Il Regno Unito spinge verso i missili ipersonici: ecco cosa c'è davvero dietro

Il Ministero della Difesa britannico ha varato un programma per dotarsi di un missile da crociera ipersonico entro il 2030

Il Regno Unito spinge verso i missili ipersonici: ecco cosa c'è davvero dietro
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Il Regno Unito intende progettare e mettere in servizio un proprio missile da crociera ipersonico entro il 2030 con l’obiettivo di eguagliare le capacità riguardanti questa tecnologia di Paesi come Cina, Russia e Stati Uniti.

Il progetto, secondo quanto riferisce il ministero della Difesa britannico, sarà totalmente autoctono anche se non se ne conoscono ancora i dettagli, come ad esempio il tipo di piattaforma destinata a utilizzare il nuovo missile: terrestre, aerea o marittima.

Come riferito, i piani di progettazione sono in fase preliminare e la Difesa di Londra si è limitata ad affermare che “stiamo perseguendo tecnologie ipersoniche per sviluppare ulteriormente le capacità avanzate sovrane del Regno Unito. Continuiamo a investire nelle nostre attrezzature per far fronte alle minacce attuali e future”.

Questo progetto non è una novità: l'anno scorso il ministero della Difesa aveva lanciato un'iniziativa per migliorare la sua capacità di attacco ipersonico in un bando di gara pubblicato a dicembre del 2023. L’iniziativa, del valore stimato di 1 miliardo di sterline e della durata di sette anni, non si concentra solo sullo sviluppo di armi avanzate ma mira anche a facilitare la collaborazione tra Difesa, industria e mondo accademico.

Ancora prima, la Royal Air Force aveva avviato studi di fattibilità per un vettore ipersonico: nel 2019 Simon Rochelle, vice Air Marshal della Raf, aveva riferito di aver avviato la progettazione di un missile ipersonico aviolanciato per fungere da dimostratore tecnologico entro 5 anni. Parallelamente, e dal 2015, Bae Systems sta studiando un propulsore ipersonico del tipo ramjet per velivoli civili ma di possibile utilizzo duale: il Sabre.

Tornando all'ultimo annuncio britannico, la richiesta emanata dalla Difesa di Londra appare molto articolata ed è indice di un programma che, apparentemente, deve partire dalle basi. L'appalto, infatti, coprirà un'ampia gamma di servizi e forniture in otto lotti distinti comprendendo “ricerca, sistemi, componenti, tecnologia, fornitura di infrastrutture, test e altre competenze e materiali correlati”. Questi comprenderanno sia “componenti funzionali” come “sistemi di propulsione, cellule, sistemi informatici di controllo di volo, sistemi di guida e sensori” sia “componenti non funzionali” come “test e valutazione, integrazione della piattaforma, ricerca accademica”.

Il quadro progettuale, come riporta Uk Defence Journal, è pensato per essere flessibile, consentendo “l’inserimento periodico di nuovi fornitori ogni 6-12 mesi circa”, garantendo che rimanga rilevante in un “panorama politico, tecnologico e normativo in rapida evoluzione”.

Sicuramente la messa a sistema della base industriale britannica con quella australiana e statunitense grazie al trattato Aukus gioverà al nuovo programma per un vettore ipersonico, in quanto i due partner sono molto avanti nella ricerca in questo campo, ma le previsioni di avere un dimostratore entro il 2030 ci appaiono un po' troppo ottimistiche stante gli scarsi risultati ottenuti dai precedenti programmi di sviluppo e l'attuale livello di finanziamenti per la Difesa britannica, che non naviga in buone acque. Le forze armate di Sua maestà, infatti, necessitano di essere svecchiate e di iniezioni di liquidità importanti dopo anni di tagli quasi lineari che ne hanno provocato una drastica riduzione dell'efficacia e dell'efficienza, come riportato da diversi documenti ufficiali governativi.

Non da ultimo bisogna ancora capire che tipo di piattaforma utilizzerà il nuovo missile ipersonico del futuro, considerando che il vettore, se sarà pensato per essere unico per le tre Forze Armate (per cercare di ridurne i costi), dovrà rispettare dei requisiti di sistema molto stringenti, come ad

esempio poter essere trasportato nella baia interna degli F-35B britannici per non inficiarne le qualità stealth, e contemporaneamente avere una gittata rispettabile per essere usato dall'esercito e dalla marina militare.

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