Truppe al confine con la Russia: cosa c'è dietro la mossa Usa in Finlandia

Il documento prevede l'utilizzo da parte di Washington di 15 tra aree e strutture militari per esercitazioni e deposito di equipaggiamento. Secondo il ministro della Difesa di Helsinki "è un messaggio molto chiaro in una situazione difficile"

Truppe al confine con la Russia: cosa c'è dietro la mossa Usa in Finlandia
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Si rafforza la presenza militare americana nel nord dell’Europa. Lunedì 18 dicembre, la Finlandia firmerà un accordo bilaterale in materia di difesa con gli Stati Uniti, che permetterà a Washington di inviare truppe nel Paese nordico e depositarvi materiali ed equipaggiamento. L’annuncio è stato fatto dal ministro degli Esteri di Helsinki Elina Valtonen durante una conferenza stampa.

Il patto deve essere ancora approvato dal parlamento finlandese ma, secondo il titolare della Difesa Antti Häkkänen, esso “è molto significativo per la difesa e la sicurezza della Finlandia” e "un messaggio molto forte in questo momento. Gli Stati Uniti si impegnano per la nostra difesa anche in una situazione difficile”. Più nel dettaglio, l’accordo prevede che Helsinki consenta ai soldati americani l’accesso a 15 tra aree e strutture militari sparpagliate nel territorio nazionale, tra cui una base navale nel sud, un’area di addestramento in Lapponia e aeroporti nelle aree interne. Le truppe di Washington saranno autorizzate a una presenza permanente nel Paese e a esercitazioni regolari, ma non è prevista la creazione di basi con la bandiera a stelle e strisce. Diversi Stati della Nato hanno trattati simili con gli Stati Uniti. La Svezia ne ha firmato uno nella seconda settimana di dicembre e, nel prossimo futuro, dovrebbe farlo anche la Danimarca.

La Finlandia, entrata a far parte dell’Alleanza atlantica nell’aprile del 2023 dopo decenni di neutralità a seguito dell’aggressione russa contro l’Ucraina, condivide con la Federazione un confine di 1.340 chilometri e sarebbe parte della prima linea di Nato e Unione europea nel caso di un conflitto con Mosca. Non è strano, dunque, che abbia voluto cercare rapidamente di assicurarsi una maggior protezione sotto l’ombrello della prima potenza militare del mondo.

Il Paese, inoltre, si è trovato ad affrontare quella che il governo di Helsinki ha definito “la guerra ibrida” del Cremlino, ovvero l’invio al confine da parte delle autorità russe di centinaia di immigrati irregolari provenienti da Medio Oriente e Africa. Un atto, questo, che secondo il premier Petteri Orpo e le nazioni alleate era volto a destabilizzare lo Stato scandinavo. La situazione si era fatta a tal punto insostenibile da costringere la Finlandia a chiudere tutti i valichi di frontiera con la Russia per diverse settimane. Due sono stati riaperti martedì 13 dicembre.

Per aiutare le forze dell’ordine di Helsinki nella gestione di questi flussi incontrollati, erano giunti alla frontiera anche un contingente di soldati polacchi, altro Paese in prima linea contro Mosca, e una cinquantina di agenti di Frontex.

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