Dimmi che gomma mastichi, ti dirò chi sei

«Amore, scendo un attimo per comprare le caramelle...». Risultato: torna a casa dopo una settimana. Tutta colpa dell’espositore delle caramelle, diventato ormai più mastodontico del Suv di Lapo Elkan. Siamo infatti sommersi da una varietà infinita di pacchetti di «ciuingamm» (come le chiamano al Nord), di «cicche» (come le chiamano al Centro) e di «gigomme» (come le chiamano al Sud).
Sembra passato un secolo da quando le «caramelle a molla» si vendevano sfuse. Erano a forma di quadretto e costavano 10 lire. Nella carta interna che le avvolgeva singolarmente poteva spuntare - cosa rarissima - la scritta: «Hai vinto 1 chewing gum» o - se proprio eri super fortunato - «Hai vinto 2 chewing gum».
A Potenza la baby-banda di ragazzacci di cui facevo parte si era procurata un timbro con la scritta «Hai vinto 2 chewing gum» e, ogni giorno, si andavano a incassare i proventi della truffa dolciaria ai danni di un certo signor Capozza (titolare dell’omonima ditta, consistente in un unico carretto con cui signor Capozza girava per la città).
Il signor Capozza aveva la netta percezione che lo stessimo raggirando, ma, per anni, stette al gioco, finché un giorno noi - per fare gli splendidi - scrivemmo a penna su un bigliettino «hai vinto tutto il carretto!». Capozza lo prese tra le mani, sorrise a «Cachino» (questo il nomignolo dello sfortunato compagno prescelto dalla mini-gang per il ritiro del premio-tarocco) e gli rifilò un calcione nel sedere della stessa sovrumana potenza di quello che il compianto giornalista Paolo Frajese assestò nel deretano dell’ancora acerbo disturbatore-tv, Gabriele Paolini.
Quelli della scatoletta...
Sono quelli che sanno bene come la classe si celi nei dettagli. Loro fanno sempre un figure. Il segreto? Offrire una caramella tirandola fuori non dal volgare pacchetto di carta, ma da una sofisticata scatoletta di metallo modello-vintage. Se poi sulla scatoletta c’è un disegno che rimanda alle atmosfere della Belle Èpoque o alle ballerine del Moulin Rouge care a Toulouse-Lautrec, potrebbe scattare addirittura la standing ovation. Della serie: per molti ma non per tutti. Chi non conosce il significato di parole come «bohemien» e «Montmartre» è pregato di ripiegare sulle Vivident Xylit. Si scherza, ovviamente...
Sfogliatori
L’ultima diavoleria per un alito «fresco e profumato» non sono né «gomme», né mentine, né confetti. Si tratta di sfogliette con la stessa consistenza della carta velina. Esse hanno la sinistra caratteristica di attaccarsi immeduiatamente al palato, rimanendo in quella fastidiosa posizione finché non si siano completamente sciolte. Da evitate, anche a costo di tenersi un alito da fogna di Calcutta.
Pallonari
Sono i forzati delle Big Babol. Hanno un’età compresa tra i 18 e 30 anni (categoria «bamboccioni»). Più che masticare la rosea gomma al profumo di vaniglia fragolata, passano il tempo a gonfiare con la bocca enormi palloni che poi si spiaccicano sulla faccia. Riservate agli esibizionisti che non temono di apparire un po’ maleducato; ideali anche per i bisognosi di affetto che con la gomma ci giocano, allungandola come uno spaghetto modello-Tiramolla.
Frikkettoni
Li riconosci subito perché hanno l’astuccio delle Vigorsol Cult Alasakan della pubblicità e tentano di fare quello che fanno i frikkettoni dello spot: cioè passarsi rapidamente il pacchetto tra le dita meglio di come fa il mago Silvan con le carte. Risultato: il pacchetto cade a terra, finisce in una pozzanghera e le «cicche» diventano immangiabili. Ideali per chi non teme di fare figuracce.
Ghiottoni
No, a loro il semplice chewing gumnon basta: pretendono anche un «cremoso ripieno». Ma qui la scelta è motivata più da una carenza di affetto che dall’esigenza di aver l’alito fresco. Di solito gli «utenti» della gomma dal «cuore tenero» sono gli stesi che fanno colazione con i boboloni ripieni alla crema e cappuccino con spolverata di cacao. Tutta gente che poi sale sulla bilancia e piange perché nessuno se li fila. E se cominciassero dimezzando le calorie?
Nostalgici
Sono i nostalgici della gomma del ponte. Non il ponte di Messina, ma quello di Brooklyn. Fedele nei secoli al suo pacchetto, è rimasta l’unica dalla classica forma a fascetta rettangolare avvolta dalla carta stagnola.

Un tempo le Brooklyn avevano tanti gusti (compreso quello allo yogurt) e il suo profumo ricorda gli anni spensierati della gioventù. Per questo gli attuali over 50 non le cambierebbero con nessun’altra caramella al mondo. Attenti però a non farle attaccare alla dentiera.

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