Disabile sventa borseggio sul bus lo picchiano e nessuno interviene

da Roma

Quando ha visto che l’anziana signora seduta accanto a lui sull’autobus stava per essere derubata, non ha pensato alla sua condizione di disabile. Con grande presenza di spirito e coraggio ha cominciato a gridare indicando l’uomo che sfilava il portafoglio alla donna. A questo punto che ci si aspetta? Che qualcuno intervenga a dargli man forte, blocchi il borseggiatore e ringrazi il ragazzo per il suo gesto.
Nulla di tutto ciò è accaduto sabato sera a Roma su un bus dell’Atac partito dalla stazione Termini. Nessuno è intervenuto, a parte un giornalista che viaggiava sulla stessa vettura e che ha denunciato il fattaccio. Nessuno si è mosso neppure quando il balordo, a quanto pare uno straniero di etnia africana, ha sferrato un colpo in faccia al ragazzo per farlo tacere e lo ha insultato di brutto. L’autista si sarebbe addirittura rifiutato di bloccare il mezzo e alla fermata successiva avrebbe aperto le porte lasciando fuggire il borseggiatore e i due complici.
A svelare l’incredibile vicenda è Marco Cappeddu, che lavora all’ufficio stampa del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Sabato sera, intorno alle 21,20, si trovava sulla vettura 224 della linea 40 diretta verso il centro storico. «All’altezza di corso Vittorio Emanuele, poco dopo largo di Torre Argentina - racconta il giornalista - un ragazzo disabile di circa 30 anni con un evidente ritardo mentale ma lucido, dall’aspetto bonario e autonomo dal punto di vista motorio, inizia a gridare indicando un borseggiatore. Il malvivente, con l’aiuto di due complici, appena capisce di essere stato scoperto desiste dal furto ma si scaglia contro il ragazzo colpendolo con forza al viso e insultandolo: «Sporco down, malato di mente». A questo punto Cappeddu interviene, si mette tra l’extracomunitario e il giovane e chiede al conducente di bloccare l’autobus e chiamare i carabinieri. «L’autista mi ha risposto che non poteva fermare la vettura per non incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio - continua il testimone - e, appena giunto alla fermata successiva, ha aperto le porte anteriori permettendo ai tre delinquenti di scendere dal mezzo e scappare via». Cappeddu fa notare come nessuno dei passeggeri sia intervenuto. Anzi: «Uno di questi, italiano di mezza età, spaventato dalla possibile reazione dei violenti borseggiatori, mi ha apostrofato in malo modo consigliandomi di farmi gli affari miei». Poi il mezzo è ripartito come se niente fosse. Il conducente ha confidato poi al giornalista che conosceva di vista gli aggressori, molestatori abituali su quella linea. «Sono sceso anche io dall’autobus - prosegue Cappeddu - per accompagnare il ragazzo a piazza Navona, dove doveva andare. Non gli ho chiesto le sue generalità perché troppo scosso per parlare. Si è presentato brevemente dicendo di chiamarsi Gianluca, di essere invalido al cento per cento e di essere figlio di un carabiniere. Ha fatto quello che avrebbero dovuto fare tutti gli altri, meriterebbe un grazie dall’Atac e dall’amministrazione comunale». L’azienda di trasporto pubblico, intanto, ha annunciato di aver cominciato le ricerche dell’autista per accertare la dinamica dei fatti.
Per Ileana Argentin, delegato del sindaco di Roma alla disabilità, quello dei giovane portatore di handicap è stato «un gesto di grande valore».

«Questo caso - osserva - testimonia che quando si tratta di disabilità non lo si fa sempre e unicamente in termini di assistenzialismo poiché il disabile, in questo caso, ha di fatto risolto una situazione incresciosa».

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