Il sogno del Napoli di entrare nella fase a gironi della Champions è durato pochi minuti, quelli intercorsi tra il goal di Hamisk, che aveva portato, occorre sottolineare immeritatamente, in vantaggio gli Azzurri e il tremendo uno-due con cui i Baschi hanno ribaltato il match. Alla fine quindi passa l'Athletic Bilbao, che vince 3 a 1 grazie ad una serie di errori gravissimi della retroguardia partenopea e "bagna" nel migliore dei modi l'esordio nel suo nuovo "San Mames". I Partenopei vengono quindi retrocessi nell'Europa di seconda classe e il processo a società e allenatore da parte della tifoseria è già partito, così come quello (l'ennesimo), al calcio nostrano, ormai incuneatosi in un baratro senza fine
In Spagna si è partiti dall'1 a 1 dell'andata, risultato che costringeva gli uomini di Benitez a vincere o a pareggiare almeno per 2 a 2. Tuttavia chi si aspettava un Napoli arrembante e pronto alla battaglia ha dovuto subito ricredersi. Sarà stata l'atmosfera bollente dello stadio dei Baschi o la tensione: fatto sta che l'undici italiano, che rispetto all'andata si è presentato con Mertens e Ghoulam in luogo di Insigne e Britos, è partito timoroso, mostrandosi in difficoltà anche al cospetto di un Bilbao che nei primi minuti si è limitato a far girare la palla e a controllare il match. Pur non facendo sfaceli, i padroni di casa hanno avuto due clamorose occasioni, entrambe su palla inattiva. La prima è stata mal giocata da Gurpegi, che di testa si è fatto impattare il tiro da Ghoulam; mentre l'altra è stata ancora più nitida, perchè Laporte, francese di origine basca di cui gli osservatori dicono un gran bene, visto che è considerato uno dei centrali più forti del futuro, a porta letteralmente spalancata ha messo a lato.
Il detto "goal sbagliato, gol subito" si è concretizzato ad inizio ripresa, quando dopo nemmeno due minuti Hamsik ha portato il Napoli avanti con una rasoiata di sinistro. Il goal, unico lampo dello Slovacco, ha dato agli uomini di Benitez un vantaggio tutt'altro che meritato, ma ha acceso le speranze dei tifosi napoletani: speranze che, però, si sono spente nel giro di pochi minuti. Prima è arrivata la rete di Aduriz, che sugli sviluppi di un angolo ha eluso facilmente Maggio, che ha subito un blocco da parte di Gurpegi, e ha messo dentro da due passi pareggiando così i conti. A questo punto del match, al 16° della ripresa, rimanendo così le cose si sarebbe andati ai supplementari, ma il Bilbao ha cominciato a cercare con insistenza il goal del 2 a 1, spinto dai sessantamila presenti allo stadio e lo ha trovato sette minuti dopo aver colto il pari. A segnare è stato ancora una volta il bomber di casa, che ha approfittato di un erroraccio confezionato in collaborazione da Albiol e Rafael (.. a proposito, Reina non era un fenomeno, ma trasmetteva ben altra sicurezza che non quella regalata dal giovane Brasiliano), con lo Spagnolo che si è fatto scavalcare da un rilancio innocuo partito dalle retrovie basche e il portiere che è uscito in modo scriteriato, scontrandosi con il proprio difensore e spianando la strada alla punta avversaria, che ha insaccato a porta vuota. A questo punto al Napoli sarebbe bastato un goal per evitare l'eliminazione, ma l'illusione dure trecento secondi, il tempo necessario per un altro errore da oratorio della difesa partenopea: Maggio crede che Arduiz sia in fuorigioco e si ferma. Il Basco effettivamente è in "off-side", ma furbescamente non tocca il pallone e Ibai Gomez, arrivato da dietro, fa secchi Maggio e Albiol fermi come due statue di cera in attesa che la bandierina del guardalinee si alzi e chiude il match.
Padroni di casa meritatamente ai gironi di Champions, mentre il Napoli, vanificando un'intera stagione, quella dello scorso anno, o meglio due, si dovrà accontentare dei palcoscenici ben più anonimi dell'Europa League. Al di là del risultato e della stessa eliminazione, la squadra di Benitez appare decisamente meno competitiva di quella di soli 12 mesi fa. Molti reduci dal Mondiale e una forma fisica ancora non al massimo, tra gli alibi dell'undici di De Laurentiis, ma anche l'impressione che la sessione di calciomercato abbia regalato ben poco alla rosa campana. Lo stesso trio di Svizzeri pur non essendo di valore assoluto, regalava ben altro agonismo e certezze: Behrami rappresentava il miglior recuperatore di palloni in Italia e la sua presenza in mezzo al campo assicurava ben altra copertura alla difesa, quanto a Dzemaili costituiva una buona alternativa ai titolari, regalando anche una mezza dozzina di reti a stagione. Quanto ad un signor centrale che in casa partenopea si cerca ormai da anni per compiere il definitivo salto di qualità neppure quest'anno è arrivato, con il solo Koulibaly che, pur rappresentando un prospetto su cui investire, attualmente appare ancora troppo impacciato e non presentabile a certi livelli.
538em;">Tanti problemi per un Napoli che deve dire l'addio alla Champions ( e ai suoi milioni) e prepararsi per un torneo che, così come è messo, sarà ben più difficile di quello della scorsa stagione, qualificazione Champions compresa.
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