Catania - Un disegno su un foglio A4 che raffigura i poliziotti con le divise blu e gli ultrà di diverso colore, mentre stanno per iniziare gli scontri nella curva nord dello stadio «Angelo Massimino», è stato mostrato ai giornalisti nella conferanza stampa dei magistrati di Catania sulle indagini per l'omicidio dell'ispettore Filippo Raciti durante le violenze dei tifosi venerdì scorso a Catania.
Con il disegno, la polizia scientifica ha spiegato in che maniera è avvenuto lo scontro tra il tifoso 17enne ora indagato per l'omicidio e l'ispettore Raciti. È una ricostruzione che si basa sulle riprese dall'alto di una telecamera a circuito chiuso dell'anello della curva Nord dello stadio, all'altezza della porta d'ingresso e uscita. Prima che avessero inizio gli scontri, spiegano i magistrati si nota che dall'interno dello «stadio c'è un gruppo di persone che si sta organizzando per attaccare la polizia». A tenerli in collegamento con gli ultras all'esterno ci sarebbe un messaggero che porta il segnale d' attacco entrando al «Massimino».
«Prima della guerriglia - aggiungono i magistrati - qualcuno stacca il pezzo di alluminio che sorregge un lavandino di un bagno dello stadio e lo poggia per terra, dentro lo stadio, davanti alla porta. Un giovane, che per l'accusa è il diciassettenne indagato, lo brandisce e va verso la polizia. Manca il fotogramma dello scontro ma per gli investigatori "l'impatto è logico e consequenziale" tra l'ultras e Raciti.
La polizia ritiene di riconoscere con certezza anche Raciti, che avrebbe subito un solo colpo, dal casco opaco che indossava, dai gradi azzurri che aveva sulle spalline e dall' essere l'unico che non portava i parastinchi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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