Djokovic fa già tremare i re del tennis

Tanti anni fa Nicky Pilic, vecchio amico mio e di Nicola Pietrangeli, ci raccontò di aver trovato un bambino che adorava il tennis e che sarebbe diventato un campione. È difficile azzeccare pronostici in una disciplina individuale e complicata come la nostra, sport nel quale su milioni di giovani che partono, ogni tanto ne arriva uno, però aveva ragione Nicky! Novak Djokovic, il ragazzino di Belgrado che amava il tennis, dopo aver seguito gli insegnamenti di Pilic, si spostò a Montecarlo affidandosi a Piatti, altro talent scout. Ebbene, nel Torneo di Montreal Djokovic ha appena messo a segno una tripletta infernale, battendo Roddick, Nadal e Federer. Nessuno prima di lui aveva inchiodato i due più forti giocatori del mondo nello stesso torneo. In finale, contro Federer, ha realizzato il suo capolavoro: 7-6, 2-6, 7-6. Battere Roger il Divino grazie a due tie break è davvero una impresa storica.
Ho conosciuto Djokovic al Country Club di Montecarlo. So che sta facendo le carte per trasferire qui la sua residenza. È un ragazzo dal sorriso gentile, bene educato, che come tutti i serbi parla perfettamente la nostra lingua oltre all’inglese, il francese e il tedesco. È un atleta formidabile. Ha tocco, genialità, coraggio e, quando viene attaccato, è capace di reazioni lucidissime. Nel 2007 ha vinto 4 tornei: Adelaide, Miami, Estoril, Montreal. È stato semifinalista a Roland Garros e a Wimbledon. Per un ventenne è un eccellente palmares anche se è giusto ricordare che Boris Becker a 17 anni fu incoronato nel Tempio del Tennis.
La mia opinione sul suo futuro? Quando un tennista arriva ad essere n° 3 del mondo, e lui lo è già stato all’inizio di questa stagione, deve essere considerato un campione. Sicuramente Nadal e Federer dormiranno sonni meno sereni. Sarà lui l’uomo da tenere d’occhio nei sorteggi che lo destineranno alla parte alta o bassa dei tabelloni. Basta sentire le dichiarazioni di Nadal: «Djokovic ha grande sicurezza e gioca molto bene, però io venivo da un infortunio al ginocchio che per una settimana mi aveva tenuto fermo». E di Federer: «Per me lui non è ancora l’alternativa a Nadal.

Anch’io da ragazzo picchiavo senza pensare, quando non avevo niente da perdere. Vorrei vederlo all’opera in una finale di un Grande Slam». Il piccolo terremoto avvenuto la scorsa settimana nell’alta gerarchia del tennis sarà argomento di grande interesse a fine mese a Flushing Meadows.

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