Il dna afro-caraibico della Francia poco europea

Più africana e caraibica che europea, la Francia di Domenech. E comunque figlia di quel colonialismo che portò i nostri cugini a dominare per decenni una vasta porzione del continente nero. Il retaggio è antico e, al di là delle dinamiche storiche, ancora vivo. Ai sudditi di Sarkozy va benissimo così, la puzza al naso scompare di fronte al moloch calcistico, figuratevi poi dopo le vittorie al Mondiale 1998 (3-0 al Brasile) e all’Europeo 2000 (2-1 all’Italia con il golden-gol di Trezeguet). Di europeo c’è veramente poco in questa nazionale che ha sangue, dna e origini a mezzo fra Africa e Caraibi. Basti pensare a Zidane, celebrato come e più di un eroe nazionale per i due gol segnati alla Seleçao nell’unica affermazione transalpina in Coppa del Mondo e poi passato nel tritacarne dei media per la testata a Materazzi nella finale persa con gli azzurri in Germania. Bene. Zidane è nato a Marsiglia, ma da genitori berbero-algerini, emigrati in Francia durante la guerra d’Algeria. Di origini algerine è anche Benzema, il suo erede. Ma chissenefrega, di fronte a due talenti così, se il loro corredo cromosomico non è propriamente doc. È quanto pensano i nostri vicini di casa che vivono da decenni a braccetto con extracomunitari e neri, basta andare a spasso per una qualsiasi strada o piazza di una loro qualsiasi città. Sotto questo aspetto ci danno dei punti. Cosa volete, noi abbiamo perso guerra e colonie in un colpo solo nel 1945, loro no.
A Dublino s’è avuta l’ennesima conferma di questa formazione multietnica. Contro l’Irlanda del Trap, la Francia ha giocato solo con 3 bianchi (Lloris, Gourcuff e Gignac), neri tutti gli altri, in parte con dna africano, in parte con dna caraibico. Ma la differenza è minima. Sagna e Evra sono di origini senegalesi, Alou Diarra proviene dal Mali, Govou dal Benin, Sissoko ha addirittura il passaporto del Mali. Abidal e Anelka discendono dalla Martinica, Malouda dalla Guyana, Henry è francese solo di nascita perché ha il padre della Guadalupa e la madre della Martinica. Un coacervo di razze e Paesi. Ma è inutile sottilizzare.
I neri di Domenech sono nati in Francia, e tanto basta. I nostri oriundi, invece, sono venuti alla luce lontano dall’Italia e indossano la maglia azzurra o vogliono indossarla solo perché esclusi dalle nazionali d’origine: tutta un’altra storia.
La piccola Irlanda, dai recinti genetici più angusti, cercherà stasera di sovvertire a Parigi la sconfitta dell’andata. Impresa durissima.

Ma Trapattoni e Tardelli non hanno alcuna intenzione di mollare la presa dopo aver chiuso senza sconfitte il girone di qualificazione dietro l’Italia. Con tanti saluti ai genitori e ai nonni afro-caraibici dei loro avversari.

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