Goffredo Mameli in chiave pop star del Risorgimento. Giacomo Leopardi lontano dalle grinfie paterne. E le foibe negli occhi di una giovane esule istriana. Insomma, il grande racconto televisivo dei prossimi mesi andrà a fondo su un tema che era stato un po' tralasciato negli ultimi tempi: l'identità italiana, le radici della nostra cultura e della nostra società. Senza dimenticare, comunque, le eroine moderne come Lolita Lobosco e Imma Tataranni o le grandi saghe dell'Amica geniale e del Commissario Montalbano o i problemi sociali descritti in serie diventate fenomeno come Mare Fuori.
A parlarcene è Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, il comparto che regge gran parte della televisione pubblica sia dal punto di vista dello sforzo economico sia da quello delle ore prodotte e che anche nella stagione in corso sta avendo una grande riscontro nel gradimento del pubblico, con una media di circa il 24 per cento di share sul primo canale.
Per la prossima annata (2023/2024), il palinsesto si muove su due grandi direttrici: il passato, la nostra storia e il presente, la nostra realtà. «Due temi diversi ma sempre a confronto, come in uno specchio - spiega la direttrice - che vengono affrontati attraverso i period drama e le serie contemporanee. Non si deve aver paura di andare indietro nel tempo, perché se le vicende del passato vengono raccontate in modo brillante possono essere apprezzate dal pubblico e arrivare anche ai giovani, che spesso rifuggono dalla cultura».
Tra le serie d'epoca spicca quella dedicata a Mameli: due puntate sull'autore dell'inno italiano raccontato in chiave pop, un eroe che muore giovanissimo, a 21 anni, combattendo durante la difesa della Repubblica romana (nel 1849). Si mette l'accento in particolare sull'incontro con Mazzini e Garibaldi e sul rapporto con Nino Bixio, per raccontare il sogno che trascinò centinaia di ragazzi a combattere per l'Italia unita. Le foibe, invece, vengono raccontate in un film singolo: la tragedia - spesso dimenticata - degli italiani massacrati dai partigiani titini viene vissuta attraverso la storia di Maddalena, una ragazza istriana che dopo l'8 settembre deve lasciare la sua casa e la sua terra insieme a tanti altri connazionali.
Due argomenti che rimandano ad un allargamento in chiave pluralista del racconto televisivo auspicato dalla nuova maggioranza di centro-destra... «Chi pensa questo non sa che per realizzare una fiction, dalla scrittura al set, passano almeno due o tre anni», risponde all'osservazione la Ammirati. «Queste serie le avevamo messe in cantiere già molto tempo prima delle ultime elezioni. E, comunque, l'obiettivo di Rai Fiction è raccontare l'Italia senza preclusioni: noi siamo servizio pubblico e abbiamo il dovere, il piacere e il privilegio di fornire tutti i punti di vista. E questo è dimostrato dall'apprezzamento dei milioni di italiani che ogni giorno ci seguono».
Nell'ambito culturale rientra la mini serie evento in due puntate dedicata a Giacomo Leopardi. Con la regia di Sergio Rubini non insiste sul lato dolente della gioventù trascorsa dal grande poeta nella casa paterna a Recanati, ma punta di più sulla vita avventurosa tra Napoli, Firenze, Milano, Bologna e gli amori veri o sognati. Nella parte dello scrittore - annuncia la Ammirati - ci sarà Leonardo Maltese, giovane attore che ha da poco debuttato sul grande schermo nel film di Gianni Amelio Il signore della formiche accanto a Luigi Lo Cascio.
Altre tre fiction che ripercorrono la nostra identità culturale e sociale saranno: un tv movie sulla nascita della televisione italiana, in onda nell'anno, il 2024, che celebra i 70 anni della Rai (precisamente le prime trasmissioni ufficiali cominciarono il 3 gennaio 1954); una saga familiare, intitolata Prima di noi che racconta tre generazioni dal punto di vista femminile a cominciare dalla Prima guerra mondiale e un melò dedicato al Belcanto che attraverso la scalata sociale di una ragazza dotata di grande talento farà un percorso tra i più grandi compositori e i teatri d'opera italiani.
Ma gli affezionati spettatori della fiction Rai non si preoccupino di essere bombardati solo da sceneggiati in costume. Ritroveranno anche i loro beniamini, a cominciare da Don Matteo, dove c'è Don Massimo/Raoul Bova e ovviamente anche Lolita Lobosco/Luisa Ranieri, Imma Tataranni/Vanessa Scalera. Claudio Gioè in Màkari, il Professore Alessandro Gassmann e Vincenzo Malinconico/Massimiliano Gallo. Ci sarà anche l'arrivo di Sabrina Ferilli su Raiuno diretta da Fausto Brizzi con una ironica e graffiante riflessione sul mondo dello star system. E pure le avvocatesse di Studio Battaglia, perché anche Milano, non solo lo splendido Sud, vale una scenografia. E poi le Amiche geniali diventate adulte con Alba Rohrwacher nei panni di Lenù e Irene Maiorino in quelli di Lila.
E, magari, sarà pure la volta buona degli episodi finali del Commissario Montalbano con la realizzazione degli ultimi libri di Camilleri
Il cuoco dell'Alcyon e il tanto atteso Riccardino.Si faranno? «Per noi è un sì. Spero vivamente che quest'anno si riesca», auspica la direttrice. E tutti noi confidiamo nella voglia di tornare sul set di Luca Zingaretti.
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