
Spesso il norvegese Jo Nesbø riesce a dare il meglio di sé allontanandosi dalla routine dei romanzi seriali del suo ex commissario Harry Hole. Così, quando per Il fratello (Einaudi) aveva fra le mani due personaggi incredibilmente spietati e nuovi, non poté che provare a rimetterli in scena. Stiamo parlando dei fratelli Opgard, né eroi né stichi di santo, disposti a tutto per preservare ciò che loro appartiene. «Siamo una famiglia. E dobbiamo restare uniti perché non abbiamo nessun altro. Amici, fidanzate, vicini, compaesani, lo Stato. Non sono che un'illusione e non valgono un cazzo il giorno in cui ti ritrovi veramente nel bisogno. Allora saremo noi contro loro, Roy. Noi contro tutti quanti gli altri», spiega Carl con sincerità.
Contro tutto e tutti si ritrovano ancora una volta in La famiglia (Einaudi, pagg. 440, euro 21, traduzione di Stefania Forlani). Roy e Carl Opgard vivono in un piccolo e isolato paesino di montagna. Carl gestisce un hotel per super-ricchi, mentre Roy sta progettando un parco dei divertimenti dove farà erigere un gigantesco ottovolante. Ma l'Ente Nazionale per la costruzione e la preservazione delle strade ha deciso di far scavare una galleria proprio attraverso la loro montagna. Una nuova statale cancellerà quindi ogni speranza di turismo, e di conseguenti guadagni. Non meno ostile ai due è un agente rurale che vuole scoprire perché nella zona nota come «curva delle Capre» sono finite fuori strada decine di automobili. Carl e Roy sanno perché quelle carcasse sono lì, ce le hanno fatte finire loro. Roy sa di poter fare certe cose perché ha una certa natura che condivide con il fratello. Per questo confessa nelle prime pagine di aver scoperto di possedere un talento speciale. Glielo ha trasmesso suo padre, spiegandogli come dare e incassare colpi.
Ogni avversario ha il suo punto debole e lui lo conosce, altrimenti non sarebbe così bravo a uccidere. Perché la vera vocazione di Roy Opgard è quella di essere un assassino. Una passione che condivide da tempo con suo fratello Carl. Un segreto di famiglia di cui non fanno mistero.
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