È stato bloccato in stazione Centrale, a Milano, mentre era in procinto di prendere un treno per la Svizzera. Si tratta di un 27enne nigeriano sul quale si stanno concentrando le attenzioni degli investigatori che lavorano al caso del delitto di Pamela Mastropietro e che sarebbe proprio la persona che ha fatto a pezzi il corpo della diciottenne. È un colpo di scena che forse qualcuno si aspettava, perché i lati oscuri di questa vicenda sono numerosi, così come contraddittorie sono le dichiarazioni dei soggetti finora chiamati in causa. Secondo i risultati della seconda autopsia effettuata l’altro ieri sul cadavere della ragazza, infatti, chi ha infierito su di lei potrebbe averlo fatto mentre era ancora in vita. I medici legali hanno trovato segni compatibili con un ematoma sulla tempia, probabilmente risultato di una botta inferta con violenza e quella che sembra una ferita con arma da taglio sull’addome. Insomma, Pamela sarebbe stata uccisa e, in seguito, il suo corpo sarebbe stato diviso in 20 pezzi. Ma chi ha compiuto l’atroce gesto doveva avere una corporatura possente per riuscire a sezionare il cadavere in quel modo. Una corporatura diversa da quella di Innocent Oseghale, attualmente accusato di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere, nel cui appartamento si è consumato il delitto. E mentre a Milano è avvenuto il fermo del 27enne, che in serata è stato accompagnato a Macerata dai carabinieri che lo hanno individuato, per essere interrogato, nella città marchigiana è stato prelevato dalla sua abitazione un altro nigeriano, anche lui per essere ascoltato. Avrebbe un ruolo nell’omicidio, anche se con un comunicato il procuratore Giovanni Giorgio fa sapere che ieri si sono tenuti «audizioni e chiarimenti di più soggetti di nazionalità nigeriana», ma che per il momento «non è stato effettuato alcun fermo». Ma c’è un altro giallo. Proprio un uomo di 27 anni, Gideon Azeke, secondo i dati da lui stesso forniti e di presunta nazionalità ghanese, anche se ad alcuni giornalisti ha ammesso di essere nigeriano, ferito a una gamba nella sparatoria di sabato scorso per mano di Luca Traini, nei giorni scorsi è fuggito dall’ospedale in cui era ricoverato e avrebbe fatto perdere le sue tracce. Che sia perché irregolare o dietro a quella fuga c’è altro? Cosa certa è che solo nella giornata di oggi si potranno avere le risposte che si cercano e che gli esami autoptici ancora in corso e i rilievi del Ris su oggetti e indumenti prelevati dalla casa di Oseghale saranno fondamentali per chiarire la dinamica dell’atroce presunto omicidio e per dare, finalmente, un volto agli assassini di Pamela Mastropietro.
Peraltro, dall’appartamento in cui si è consumato il delitto, sono stati prelevati coltelli e una mannaia. Sarebbero proprio quelli gli oggetti utilizzati per sezionare il cadavere della giovane con tagli effettuati, secondo ciò che dice il medico legale, da un esperto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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