Due virtuosi leggendari per celebrare Paganini

Sergej Krylov e Bruno Canino: i due virtuosi leggendari questa sera sul sagrato delle Chiesa di San Lorenzo a Carro a chiudere la settima edizione del Festival Paganiniano «Niccolò Paganini e il virtuosismo strumentale». Griffato Società dei Concerti della Spezia per la direzione artistica di Bruno Fiorentini, sostenuto da Regione Liguria, Provincia della Spezia, Comunità Montana Val di Vara e Associazione Amici di Niccolò Paganini, con il patrocinio del Touring Club Italiano e il contributo di Isagro Spa, il Festival porta in tournée la grande musica, la cala sui sagrati e si smarca dagli addetti ai lavori. Oggi, a partire dalle 20, due solisti eccellenti per Sergej Prokofiev, Manuel de Falla, Fritz Kreisler e Pablo de Sarasate, anticipati alle 18 dalla rituale Conversazione a cura di Antonio Mendoza su «L'altro Paganini - Paganini e gli altri». L'ultimo sigillo a questo Festival colto e appassionante, che dal 19 luglio infilza le piazze sacre dei borghi della Val di Vara e agglutina note e colore. Di bellezza in armonia, sui sagrati delle antiche pievi, con le falene a seguire i violini e le fronde a muoversi piano. Un Festival lungo un mese e undici concerti, che ha aperto con Mengla Huang, vincitore del Premio Paganini 2002, ha giocato con Mauro Pirovano e i Liguriani alle «Varie(a)zioni Paganiniane», deliziato con i «Fiati di Parma» e incantato con la violinista Anna Tifu, allieva pluripremiata di Salvatore Accardo, e l'Orchestra da camera di Caserta diretta dal maestro Antonino Cascio. Poi i «Divertimenti Carnascialeschi» di Niccolò Paganini preceduti dalle autentiche ghiottonerie musicali del fisarmonicista genovese Gianluca Campi. Sesta Godano invece s'è concessa «Le Sonate per archi di Rossini e Boccherini» eseguite dal Quartetto Rossigni, con i violini Glauco Bertagnin e Matteo Ruffo, Luigi Puxeddu al violoncello e Gabriele Raggianti al contrabbasso, tutti del leggendario ensemble «I solisti Veneti». E' la musica tradotta nell'immediato: gli spartiti fissati ai leggii con mollette da bucato, una brezza bizzarra a rompere le resistenze, mentre i duetti potenti stordiscono l'aria. E' quella dimensione di essenze, dove i luoghi-contesti accarezzano la musica. E tutto si ricompone, che sia a Suvero, Beverino, Maissana, Sesta, Ponzano o Bonassola. È l'abbraccio potente delle note a luoghi e sensi, dove la maestria d'esecuzione supera lo strumento e culla e corteggia il Festival nel suo giro di danze e ammiccamenti. Festival che ha brillato con il venezuelano Alirio Diaz, il più grande chitarrista vivente, e suo figlio Senio: un omaggio a Paganini e alla chitarra che il diabolico Niccolò amava e maneggiava al pari del violino, senza esibirsi mai con lei in pubblico. Questa sera a Carro il gran finale.

Dal 2002 un successo di pubblico in crescita esponenziale, grazie alla partecipazione di musicisti e critici di fama nazionale e internazionale, su un repertorio paganiniano che è viaggio nel virtuosismo strumentale, tra le pieghe d'una personalità complessa che deflagra in questi spazi ritrovati.

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