E i corsari sfidano l’Onu: altri 4 assalti

I pirati somali sembrano farlo apposta. Una flotta di navi da guerra europea dà loro la caccia e le Nazioni Unite ordinano di stanare i bucanieri anche sulla terraferma. Anziché sparire per un po’ questi ultimi vanno all’arrembaggio, di tre navi e uno yacht in poco più di 24 ore. Solo una delle imbarcazioni, grazie alla determinazione dell’equipaggio cinese, viene liberata dall’intervento delle forze multinazionali nel golfo di Aden. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha autorizzato i Paesi che partecipano alla caccia ai pirati ad «adottare tutte le misure necessarie» per fermare i moderni bucanieri. Compresa la possibilità di inseguirli nelle loro Tortughe sulla terraferma, come hanno chiesto gli americani. La risoluzione 1851, adottata martedì, è la quarta, da giugno, contro la pirateria. Ed è inficiata dai dubbi sulla necessità di un’accordo preventivo con il governo somalo (oggi dopo un braccio di ferro tra Parlamento e presidente ce ne sono addirittura due e nessuno dei due conta nulla).
Ma la risposta dei pirati non si è fatta attendere: in 24 ore hanno catturato due navi e uno yacht privato. Al largo delle coste dello Yemen sono stati presi all’arrembaggio un rimorchiatore indonesiano, che opera per l'azienda petrolifera francese Total e una nave portacontainer turca. Dall’inizio dell’anno gli attacchi messi a segno sono stati oltre 100, le navi sequestrate 42. Anche un mercantile cinese, la Zhenhua 4, è finito nel mirino dei bucanieri nelle ultime ore. «I pirati sono riusciti a salire a bordo, ma i marinai hanno impedito, per ore, che entrassero nelle cabine», ha rivelato ieri Noel Chong dell’Ufficio marittimo internazionale di Kuala Lumpur. La trentina di coraggiosi marinai si è barricata negli alloggi lanciando l’Sos via radio. Grazie al tempo prezioso conquistato dall’equipaggio le forze multinazionali presenti in zona hanno organizzato una missione di salvataggio. Truppe speciali a bordo di elicotteri sono piombate sulla nave presa all’arrembaggio mettendo in fuga i pirati.
Nel frattempo comincia ad operare la flotta dell’Unione europea. Sei navi da guerra e tre aerei di ricognizione, oltre a truppe anfibie. Il nome in codice della missione è EuNavFor Atalanta, operativa dal 15 dicembre. Per ora i Paesi aderenti sono Gran Bretagna, Francia, Germania, Grecia, Olanda e Spagna. L’Unione europea dà il cambio a una flotta della Nato che schiera anche una nave italiana. È la Durand de la Penne che, ai primi di dicembre, è riuscita a sventare un attacco simultaneo a cinque mercantili. La nave da battaglia ha manovrato piazzandosi fra i cargo in pericolo e i micidiali barchini dei corsari. Per metterli in fuga ha fatto alzare in volo un elicottero con i fanti del mare del reggimento San Marco pronti a sparare sui pirati.

In passato un’altra nave italiana, l’Etna, aveva sventato un attacco a un mercantile panamense «circondato» da quattro barchini. Un ennesimo intervento in mare ha coinvolto l’unità da guerra Borsini, che ha salvato dall’arrembaggio una petroliera italiana.

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