E i sarti di Savile Row si mettono in mostra

da Firenze

Firenze chiama e Londra risponde. Chissà perché poi bisogna scomodare l’eleganza inglese per celebrare quella italiana. Pitti Uomo decide d’inchinarsi alla tradizione sartoriale che definì i canoni del vestire maschile e quasi dimentica che i nostri sarti, a cominciare dai napoletani (i primi sono del Quattordicesimo secolo) superarono quelli di Sua Maestà. Ma ciò che viene da oltre confine è sempre più bello, quindi spazio (e che spazio con tanto di mostra e libro!) allo stile di Savile Row.
Senz’altro, alla base, c’è la voglia di ricominciare a vestirsi bene, in modo curato e che le stoffe pregiate, i tagli perfetti, le cuciture a mano, i particolari nelle costruzioni degli abiti sono più che mai attuali. Per dirla alla Gabriele D’Annunzio, «l’abito fa il monaco e non il contrario», parole che trovano la loro massima espressione tra gli abiti, le livree e le uniformi provenienti dagli archivi dei marchi inglesi più prestigiosi (Henry Poole, Gieves&Hawkes, Ede&Ravenscroft, Anderson&Sheppard, Huntsman, Kilgour, Welsh&Jefferies, Dege&Skinner) collocati negli appartamenti della duchessa di Aosta di Palazzo Pitti dove è stata organizzata «The London Cut Bespoke Tailoring», mostra (dal 10 gennaio al 4 febbraio 2007) curata da James Sherwood. L’arte sartoriale gode, insomma, di ottima salute. Gli elementi classici, tipici del dandy britannico, li ritroviamo da Aquascutum (ha vestito persino una bottiglia di Talisker del 93 –vuotata in un bagno all’aeroporto di Gatwick- con un perfetto trench che verrà esposta alla mostra del British Menswear Guilt tra altre 15 bottiglie di wisky pensate da 15 marchi inglesi). La collezione di Aquascutum by Nick Hart, il noto sarto di Savile Row, è una serie di abiti formali ispirati ai Sessanta della sartoria inglese. L’essenziale silohuette britannica di quegli anni, che fu definita «working class meets royalty» (la classe operaia incontra la famiglia reale), oggi è ripensata per i giovani businessman trendy che amano la qualità. Gli stessi che scelgono Hackett London, storico marchio, icona di stile che al Pitti annuncia il suo ingresso nel mercato italiano con la Aston Martin Tweed, raffinato completo studiato appositamente da Mr. Classic, ovvero Jeremy Hackett, fondatore del marchio e prestigiosa firma di una pagina del The Independent on Sunday. Il coro dice stile perfetto ma dall’aria vissuta.

E visto che sei prove dal sarto per la perfezione sono ormai impossibili, ecco che ci pensano Crosby Hallen & Cobb (giacca con inserti), Dunhill (snellisce pure le cravatte), Seventy (che abbraccia il mondo dei college con scozzesi e tartan) e Sunspel England al servizio dell’ultima pellicola di James Bond: polo e t-shirt per Daniel Craig in Casino Royale.

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