E Padoa-Schioppa spiazza la sinistra: «Ingiusto tagliare le pensioni più alte»

Roma. «C’è un largo consenso sulla necessità di aumentare l’età pensionabile». Lo ha detto ieri il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, durante un’intervista a Radio Anch’io. «Chi segue il dibattito in corso - ha detto l’ex banchiere Bce - avrà notato che sul fatto che la vita lavorativa possa durare più a lungo ci sono aperture da parte dello schieramento sindacale e di gran parte dei commentatori». L’ultimo in ordine di tempo ad affrontare il nodo pensioni è stato il governatore di Bankitalia Mario Draghi, contro il quale si è scagliato però il «collega» di Padoa-Schioppa, il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Prc). Il problema, secondo il ministro è «la modalità». Secondo Padoa-Schioppa «l’allungamento della vita lavorativa va reso “volontario” e bisogna trovare il modo di raccordarlo con il funzionamento del sistema pensionistico». Dal primo gennaio del 2008, infatti, l’età minima per le pensioni di anzianità salirà a 60 anni dagli attuali 57 in base ad una legge che il nuovo governo ha deciso di modificare per evitare il cosiddetto «scalone» previsto dalla riforma Maroni. Sul fronte delle misure per ridurre la spesa, Padoa-Schioppa ha detto che «tagliare le pensioni più alte per dare alle più basse non credo sia lo strumento giusto».

Secondo il ministro dell’Economia il modo da seguire è invece quello della «progressività dell’imposta». Il responsabile di via XX Settembre è anche intervenuto sulla previdenza integrativa: «L’Italia è in ritardo - ha sottolineato - è urgente che si avvii al più presto».

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