E al Salone del Mobile va in scena la sobrietà

Tra grandi aziende e made in Italy, spuntano per la prima volta anche marchi low cost

E al Salone del Mobile  va in scena la sobrietà

di Valentina Casciaroli e Chiara Trombetta

Per la cinquantunesima volta Milano torna protagonista del design: le strade sono affollate di gente stravagante, gli alberghi sono al completo, impossibile trovare un posto in ristoranti e bar dopo le 21, nonostante ci troviamo nella peggiore recessione dal '29.

Quanto, effettivamente, il Salone del Mobile subisce la crisi? La prima impressione, girando tra gli stand fieristici, è che neanche il design sia rimasto immune dalla congiuntura economica. Perfino le aziende più grandi hanno puntato su un'esposizione che possa coinvolgere il maggior numero di persone possibili, a volte rinunciando all'eccesso di sfarzo. Dunque, la bellezza torna ad essere alla portata di tutti. Oltre al marketing aziendale, dietro questa scelta c'è proprio la volontà dei designer e degli artigiani di creare qualcosa che possa entrare nelle case di tutti. E così è possibile trovare oggetti innovativi a prezzi abbordabili. Si punta sempre più sui materiali poveri e sull'eco-sostenibilità, anche l'arte del riciclaggio è divenuto un obbligo. Al pari del governo tecnico, il design sembrerebbe essersi convertito alla sobrietà.

L'architettura delle forme fine a se stessa, che negli altri anni faceva da padrone, quest'anno sembra non avere più chance: le persone vogliono oggetti funzionali e destinati a durare a lungo. Internazionalizzare è la parola chiave per sopravvivere: non si guarda più solo all'Europa e all'America, ma a quei paesi che sono divenuti leader dei mercati. A riprova del fatto che l'evento si è "democratizzato", mentre al Fuorisalone espone persino il colosso svedese Ikea, per la prima volta al Salone di Fieramilano i grandi nomi del Made in Italy incontrano la distribuzione cinese, attratta dalla qualità e dalla manodopera del Belpaese. L'obiettivo è quello di favorire l'export in un paese che conta più di un miliardo di persone.

Tutto questo mostra come molte aziende abbiano saputo sfruttare questo momento di incertezza economica per proporsi sul mercato con idee

innovative ma pratiche, che danno all'oggetto grande funzionalità, trascurando quel design effimero che si era imposto negli scorsi anni. A conferma che le imprese italiane vogliono reagire alla crisi reinventando loro stesse.

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