Sono in vetta alla Top Ten delle serie tv più viste su Netflix anche se il primo giorno di uscita, giovedì scorso, le due vecchie stagioni del fenomeno Mare fuori dominavano incontrastate la classifica. Ma già da venerdì la seconda stagione di Incastrati, di e con Ficarra & Picone, è diventata la più vista in Italia sulla piattaforma di streaming con gli spettatori che hanno iniziato a riversare commenti entusiastici sui social, soprattutto su Twitter dove i due attori e registi siciliani, reduci anche dal successo del film italiano più visto nel 2022, La stranezza di Roberto Andò, cercano di rispondere personalmente a tutti.
Incastrati 2 riannoda le fila con la prima stagione esordio in una serie tv di Salvatore Ficarra e Valentino Picone che quest'anno compiono 30 anni di sodalizio artistico e lo festeggeranno a Natale al cinema con il nuovo film mentre si sa già che questa seconda sarà conclusiva. Ritroviamo così i personaggi di Salvo e Valentino, titolari di una ditta di vendita e riparazioni di piccoli elettrodomestici in Sicilia, alle prese con una serie, spassosa e incredibile, di equivoci che li fa finire letteralmente nel mirino della criminalità organizzata.
Tanto che, nella sequenza finale della prima stagione e in quella iniziale di questa, li troviamo sotto il tiro di Tonino Macaluso (un sempre perfetto Tony Sperandeo), detto «Cosa Inutile» dal suo stesso capo, l'imprendibile capo della mafia «Padre santissimo». Certo nel frattempo, tra le due stagioni, il vero «Padre santissimo» ossia Matteo Messina Denaro, è stato arrestato: «Incredibile l'hanno trovato dove nessuno si sarebbe mai immaginato», scherza, ma non troppo, Ficarra che invita a vedere come sarà arrestato il «loro» «Padre Santissimo» nella serie. Mentre Picone ricorda che «nella prima stagione il boss diceva che era il momento di tenere la testa bassa perché «la gente prima o dopo dimenticherà. Magari i ragazzi nati dopo le stragi poco sanno e quindi questa serie può servire per non dimenticare».
Incastrati 2 lavora ovviamente sulla leggerezza e sull'ironia delle situazioni anche quando si parla di mafia, aggiungendo poi una parte familiare molto godibile con i rapporti tra i due protagonisti con le loro rispettive amate e anche con la mamma di Valentino.
Però non si deve sottovalutare la forza che può avere, nell'immaginario collettivo, la loro presa in giro della mafia. Anche perché, spiega Picone, «per noi è un dovere farlo, oltretutto loro non amano tanto essere presi in giro perché si prendono molto sul serio».
Così in una serie leggera c'è spazio, ricorda Ficarra, «per omaggiare la morte di Falcone ospitando in una scena
la teca della macchina della sua scorta, per ricordare tutte le vittime e i poliziotti, e in un'altra citando Borsellino con un discorso scritto da lui e pronunciato dal Procuratore Nicolosi interpretato da Leo Gullotta».
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