E sulla consolle Iron Man è ancora più cattivo

Non è una novità: raramente i videogiochi tratti dai film sono prodotti validi. Almeno non per quello che è lo standard ormai raggiunto dall'arte videoludica. Il primo videogioco Iron Man, nonostante il marchio di fabbrica della Sega, aveva pericolosamente rischiato di abbassare il livello di qualità assoluta normalmente associato alla casa. Ma con la recente uscita di «Iron Man 2», distribuito in Italia da Halifax, i programmatori giapponesi hanno dimostrato invece - complice anche la sostituzione del precedente direttore di produzione con Kyle Brink e la definitiva archiviazione del bisogno di seguire pedissequamente la trama del film - come sia possibile creare un gioco di grande impatto traendo personaggi, storia e dinamiche da un blockbuster cinematografico.
Iron Man 2 riprende da dove è finito il primo film: il geniale miliardario Tony Stark ha appena confessato di essere lui Iron Man. Buttata lì la notizia, Stark deve subire tutti i guai che ne derivano, affrontando plotoni di malintenzionati determinati a scippargli la tecnologia che lo trasforma in Iron Man. Questa la trama del film, da cui il videogame prende ispirazione seguendo però poi una trama originale a firma Marvel.
Il gioco è diviso in missioni, il completamento delle quali permette di ottenere modifiche ed evoluzioni dell'esoscheletro o delle armi, potenziando le capacità difensive o offensive di Iron Man o War Machine, i due personaggi utilizzabili, che livello dopo livello diventano sempre più forti (anche i nemici però!). Caratteristica unica del titolo infatti la possibilità dio scegliere, a seconda della missione da affrontare, se indossare l'armatura «classica», quella gialla e rossa, più veloce e maneggevole, oppure quella di War Machine, più pesante ma dalla potenza di fuoco micidiale.
Le missioni, quattro per ciascuna diversa scenografia, vedono l'alternarsi di due diverse tipologie di gioco: una di azione sul campo a piedi ed una che propone fasi di volo. Nella prima Iron-Man è guidato attraverso livelli disseminati di nemici da far fuori a colpi di raggi laser, missili, mitragliatrice e altre armi super tecnologiche, il tutto sia tenendo i piedi per terra sia attraverso l'utilizzo dei propulsori nei piedi che mantengono l'alter-ego digitale metallico sospeso in aria. In questa modalità di gioco gli obiettivi delle missioni sono spesso disattivare cariche esplosive, tirare su o giù interruttori e trovare e salvare ostaggi. In queste fasi inoltre bisognerà fare i conti con un «minigame» interno al gioco principale legato all'«hacking» di alcuni terminali, in cui sarà necessario posizionare correttamente alcuni interruttori esagonali in base ai simboli contenuti al loro interno entro lo scadere del tempo.
Nelle fasi di volo invece Iron-Man è comandato come se fosse un caccia da combattimento.

Anche in questo caso l'obbiettivo sarà quello di eliminare i vari nemici che cercheranno di danneggiare il nostro amico di latta. Unica nota stonata del gioco, la mancanza di un sistema di puntamento che agganci e segua nel tempo il bersaglio: appena questo si sposta, il colpo va a vuoto.

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