«Pol-ve-ri-ni pre-si-den-te!»: un coro da stadio ritmato e improvvisato sul momento da un gruppo di dipendenti, ha accolto ieri Renata Polverini al suo arrivo nella sede che ospita gli uffici della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo, alla Garbatella. La neo-presidente si è commossa (e anche un po sorpresa, non se laspettava) ma subito dopo ha dovuto calarsi nei panni dellufficialità, cuciti addosso alla sua persona dalla proclamazione della Corte dappello, e ha cominciato ad affrontare gli argomenti più seri: «Il primo impegno sarà verificare il bilancio della Regione e sulla base delle nostre verifiche saremo puntuali». In questo modo, dopo aver fatto il passaggio di consegne con il vicepresidente uscente Esterino Montino, ha illustrato il suo primo impegno. «Ho scambiato qualche parola con Montino - ha aggiunto - sulle procedure tecniche. So che cè stata pochi giorni fa una conferenza stampa sulla situazione economica e sul bilancio, noi lo verificheremo».
Renata Polverini, dopo il passaggio di consegne, si è seduta per la prima volta sulla poltrona presidenziale tra i flash dei fotografi e ha ritrovato il sorriso. A un cronista che le chiedeva: «Comoda la poltrona?», Polverini scherzando ha risposto: «Insomma...».
Sulla sua nuova scrivania, per ora ancora libera, campeggia lo Statuto della Regione Lazio. «Qui mi porterò tutti i miei amuleti - ha detto Polverini - i disegni dei bambini e le foto del Comitato. Ho delle cose che mi porto da tutta la vita». A un altro giornalista che le domandava se nella stanza del presidente sarebbe tornata tutti i giorni per cinque anni, Polverini ha risposto ridendo: «È na disgrazia, ma anche voi dovete tornarci tutti i giorni». «Ancora mi sembra strano vedere il nome su questa scrivania - ha aggiunto-. Io svolgerò il mio ruolo di presidente - ha detto Polverini - e metterò tutto il tempo che serve per governare bene questa Regione ma non interromperò mai il rapporto diretto con le persone». Polverini, dopo aver ringraziato tutti gli elettori, ha chiesto ai 14 eletti del suo listino di seguirla in una stanza del palazzo, per festeggiare insieme. «Non comprendo chi ha detto che questa è stata una campagna elettorale brutta. Io penso che sia stata una delle più belle che il nostro Paese ricordi perché si è vista la politica, quella vera».
«Tutto quello che è accaduto e che non serve ricordare non mi ha fatto mai perdere il contatto con le persone. Conoscevo già questa regione e ho avuto modo di conoscerla ancora meglio scoprendola ancora più bella di quanto mi aspettassi.
Tra le persone che scortavano la Polverini, oltre alle più strette collaboratrici, anche la madre Giovanna: «Sono emozionata al massimo. È una gioia - ha detto - che va oltre la mia persona».
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