Ecco l'ibridazione Anche in passerella sfila il neologismo

Tra funzionalità e frivolo, tra decorazione e purezza: l'incontro tra gli opposti esalta Diesel Black Gold. E incanta con Sportmax

Lucia SerlengaIn tempi di stravaganti neologismi creati dai giovani la moda trova interessante parlare di ibridazione culturale, di dialogo tra funzionale e frivolo, decorativo e puro. Nella bellissima collezione Diesel Black Gold tornata ieri a sfilare a Milano dopo alcune stagioni nel calendario newyorkese, è chiara la dialettica ottenuta dal direttore creativo Andreas Melbostad fra materiali differenti, di gusto opposto: la moderna essenzialità del denim, del nylon, della pelle e del feltro che si interfaccia con l'opulenza del velluto, delle paillette e del lurex. Una riuscita ibridazione fa da filo conduttore nella costruzione dei capi: la giacca da moto in pelle e quella da marinaio in feltro sono riscaldate da trapunte in nylon imbottite, le giacche dal taglio rigoroso si illuminano di ricami, le pieghe dei deliziosi kilt sono punteggiate da un tratteggio metallico. Bellissimi i nuovi pantaloni a gamba larga e dritta tagliati sopra alla caviglia e i jeans con inserti di pizzo e ricami di paillettes, gli stivali alti stile motociclista oppure combat.Insomma un lavoro molto ben fatto dedicato a ragazze che adorano la moda. Come quelle che sceglieranno i pezzi della collezione Sportmax disegnata da Grazia Malagoli che coniuga con assoluta bravura gli echi del Marocco con l'essenzialità dell'urban style. Il risultato è eclatante nella bellezza dei lunghi cappotti con tessere di pelle allestite a mosaico, nella femminilità dei nuovi tailleur con giacche bustino percorse da zip e gonne a fazzoletto, negli abitoni di maglia con applicazioni tubolari e lunghi spacchi laterali da cui occhieggiano spicchi plissé. Tutto è fluido, contaminato e piacevolmente moderno. Come desiderano anche le candide ragazze immaginate da Giambattista Valli per la sua collezione Giamba: fanciulle che respirano l'aria romantica, underground e gotica della New York ai tempi di Warhol e Basquiat. Giovani capaci di mixare minigonne in duchesse sui cui irrompono i graffiti e chiodo lustro di paillette, giubbini di felpa zebrata e glitterata con abitini di pizzo perfetti per una notte allo Studio 54. Quando si parla di stile non va trascurata l'eccellenza della qualità che si ottiene solo con la maestria dei nostri artigiani. «Veri e propri eroi sconosciuti perché lavorano dietro le quinte» dice Diego Della Valle che ha chiesto a un'artista del calibro di Vanessa Beecroft di allestire al museo Pac, attraverso la performance VB Handmade, lo spettacolo della bravura italiana: alcuni artigiani in camice bianco cuciono sul corpo delle modelle tra cui la top Karlie Kloss, pezze di pelle, una sorta di abito primitivo e suggestivo in parti uguali. L'immagine è semplicemente potente. «Con la performance di Vanessa abbiamo voluto celebrare l'arte, l'artigianalità e la bellezza di una storia italiana» dice Alessandra Facchinetti, direttore creativo prima di far sfilare l'impressionante qualità delle lavorazioni adottate per questa collezione: infilature di pelle per gonne e abiti espressione di un nuovo tartan e della magnifica artigianalità della selleria. Impunture di pelle sottolineano le trame scozzesi e le infilature di gusto gipsy tartan cambiano il volto ai giubbotti, ai trench e ai mini kilt. Persino l'abito in denim ha impunture di pelle a trame scozzesi. Magnifico anche l'iconico gommino con impunture selleria e decoro di nappe e catene a mo' di charms.

Perfetta in questo contesto la Wave Bag, un sinuoso pezzo unico fatto a mano con il disegno a rombi che intarsia il velluto sulla pelle: la versione check, nello spirito della collezione, è rivestita con infilature artigianali.

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