Ecco l'inutile opposizione dalla sfiducia facile: così non fa altro che rafforzare la maggioranza

Dalle verifiche sulla tenuta del governo alla sfiducia del ministro Romano: ogni vittoria del governo è una sconfitta delle opposizioni. Dopo aver messo in un angolo Fini, ora l'ennesimo voto di fiducia al Cav rischia di dividere il Pd. E Turco: "Così si trasforma in una fiducia guadagnata dal centrodestra"

Ecco l'inutile opposizione dalla sfiducia facile: 
così non fa altro che rafforzare la maggioranza

Non si sa ancora come andrà a finire l'affaire Radicali. Quel che è certo è che dalla sfiducia al ministro alle Politiche agricole, Saverio Romano, il Partito democratico esce indebolito. O meglio: sempre più indebolito. Perché ogni qual volta le opposizioni hanno provato a dare la spallata al governo sfiduciando ora il premier Silvio Berlusconi, ora un ministro, ha ottenuto come risultato solo quello di rafforzare il centrodestra.

"Lascio solo se vengo sfiduciato". Berlusconi continua a ripeterlo zittendo le intimazioni di chi vorrebbe andare al voto subito. Mentre l'assalto giudiziario continua su più fronti, il leader pd Pierluigi Bersani e l'Idv Antonio Di Pietro non fanno altro che chiedere al governo di farsi da parte. C'è chi punta sul presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per coordinare la transazione. Tuttavia, viene da chiedersi: perché il Cavaliere deve andare a casa? Non lo fa la cancelliera Angela Merkel, nonostante la crisi economica galoppante. Non ci pensa nemmeno il presidente Usa Barack Obama, nonostante abbia perso feudi storicamente democratici. Non viene chiesto nemmeno al francese Nicolas Sarkozy, nonostante il continuo calo di popolarità. Eppure l'opposizione italiana continua a chiedere la testa di Berlusconi. Non solo. Tenta l'assalto alla diligenza con continue sfiducie che finiscono in un flop già annunciato. Nonostante la dipartita di Gianfranco Fini e della pletora di futuristi, la maggioranza si è ricompattata e ha respinto le sfiducie al Cavaliere votate a Montecitorio il 29 settembre e il 14 dicembre del 2010. Nemmeno le accuse ai Responsabili da parte della sinistra sembrano minare la tenuta. 

"L'ennesima sfiducia che ogni volta si trasforma in una fiducia guadagnata dal centrodestra". Il deputato radicale Maurizio Turco è il primo ad accusare il Partito democratico di autolesionismo: "Mi spiegate perché avremmo dovuto perdere l’occasione di condurre la nostra battaglia politica e di principio? A noi interessa ristabilire la legalità in questo paese, ci interessa l’amnistia". Al di là dei discorsi di principio, anche la sfiducia a Romano si è trasformata in un harakiri per Bersani & Co. Già messo in un angolino il presidente della Camera, ora Berlusconi pensiona pure Bersani.

Mentre Di Pietro porta avanti la sua battaglia populista e alza lo scontro fomentando la piazza, i Democratici rischiano di ritrovarsi al proprio interno fronde giustizialiste che chiedono ai vertici di via del Nazareno una dimostrazione di forza contro Marco Pannella. Il rischio? Un nuovo frazionamento nel centrosinistra e una nuova vittoria per Berlusconi.

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