La colonna sonora potrebbe essere "Tutti i miei sbagli". I Subsonica la portarono a Sanremo 2000. Qui però non si tratta dell'errore di una stagione o di una fase della vita. Qui il vizio è ricorrente, a tratti inevitabile, tragicomico. Perché, ammettiamolo, la finestra del calciomercato invernale è un rivolo di speranza che cola nelle vite dei tifosi e dei club. È l'illusione che gli errori commessi possano ancora essere riparati, certo frugandosi, e che ci sia sul serio una seconda possibilità che si staglia all'orizzonte. Esiste un pensiero più confortante? La vita non consente quasi mai di correggere il tiro a gennaio. Il Calciomercato sì. Però nell'opportunità si rannicchia l'insidia. Quella sensazione ispida che ti deflagra dentro quando scopri di non aver sistemato proprio nulla. Anzi, che hai fatto un casino. Passiamo in rassegna, allora, una sequela di storici orrori che affiorano dal passato. Un monito per stare più accorti oggi? Macché: è successo e succederà ancora, nei secoli dei secoli.
Fabio Junior alla Roma - 1999
Zeman l'ha detto chiaramente, però nessuno se lo fila. Lui vorrebbe un certo Shevchenko, ma la dirigenza della Roma la pensa diversamente. E gli rifila questo acquisto da 30 miliardi delle vecchie lire. Il suo nome di battaglia è Fabio Junior. Brasiliano, potenziale bomber di razza, arriva dal Cruzeiro. Lì l'hanno soprannominato "Uragano". Vabbè, non lo conosciamo molto ma sarà incontenibile, mormorano i tifosi. Manco per nulla: 16 presenze e 4 gol in una stagione e mezzo, prima di essere rimpacchettato e rispedito in Brasile. "Piccola brezza" sarebbe stato più appropriato.
Maniche all'Inter - 2008
Ecco fatto, finalmente l'Inter ha un esterno funambolico. Un crack di spessore internazionale. Salta l'uomo con facilità disarmante, crossa divinamente, sa pure segnare da fuori. Maglia numero 28 per lui. Il suo nome è Maniche ed arriva in prestito con diritto di riscatto fissato a 6 milioni di euro. Al Porto di Mourinho ha fatto vedere cose sontuose. E nel suo curriculum vitae spiccano anche esperienze di prestigio al Chelsea e nell'Atletico Madrid. Le premesse sembrano ottime. Farà 11 presenze e un gol, prima di tornare da dove è venuto.
Nicolas Anelka alla Juve - 2013
Guidata da Antonio Conte, la Vecchia Signora è lanciata alla conquista dello scudetto ed ha bisogno di un altro attaccante affidabile. Arriva lui, Nicolas Anelka, già a lungo cercato molti anni prima dalla Juve. Si svincola dallo Shanghai Shenhua e nessuno pretende che faccia 15 gol, ma da uno del suo spessore ci si aspetterebbe comunque qualche zampata. Invece ammucchia soltanto tre presenze tra campionato e coppe, vincendo il titolo da spettatore pagato.
Anderson alla Fiorentina - 2014
Nel Manchester United non riesce più a trovare spazio tra i titolari, ma tutti sanno che si tratta di un giocatore di spessore mondiale. Così, quando la dirigenza prende Anderson in prestito con diritto di riscatto, nel 2014, i tifosi della Fiorentina sono al settimo cielo. Peccato che il giocatore che va in campo, per sole sette partite, si rivelerà bolso e lento. Una zavorra più che un valore aggiunto. Soldi spesi malissimo
Krzysztof Piatek al Milan - 2019
Al Genoa ha spaccato le porte: 13 gol nelle prime 19 giornate.
Il Milan stanzia 38 milioni di euro per prenderlo e lui, Krzysztof Piatek, ripaga la fiducia bucando altre 9 volte con la maglia rossonera. Non è però una storia a lieto fine: in estate si prende la magkia numero nove e improvvisamente impallidisce, fino a sparire dal campo. A fine stagione il Diavolo lo cederà all'Hertha Berlino.
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