La farinata? Da oggi si può anche acquistare al supermercato. Al banco della gastronomia penserete, no direttamente dal congelatore. L'idea, per tanti versi «rivoluzionaria» di surgelare e insacchettare le fette della croccante e deliziosa specialità fra le più tipiche e antiche di Genova e della Liguria, è venuta ai titolari della «Taverna di Mangiafuoco» a Carcare in provincia di Savona. Paolo Ruggero, che con Stefano Accamo e Simona Levratto marito e moglie, gestisce l'avviata trattoria tipica nel centro della cittadina valbormidese, è colui che per primo ha pensato a questo singolare modo di conservare la farinata appena sfornata. Spiega Ruggero: «A volte veniva qualche cliente che per battuta mi chiedeva se avevo la farinata del giorno prima, così per spendere meno. Naturalmente, non mi è mai passato nell'anticamera del cervello di servire la farinata dei giorni precedenti, ma pensavo a come poterla conservare efficacemente e allora è cominciata una lunga serie di tentativi fatti in casa prima che riuscissi a trovare il metodo più efficace. In pratica si tratta semplicemente di far cuocere la farinata nelle consuete teglie, sfornarla e metterla immediatamente in un abbattitore di temperatura, grazie al quale nel giro di un quarto d'ora, scende a meno diciotto gradi. In questo modo le qualità organolettiche e il gusto rimangono invariati. Poi, quando si decide di mangiarla basta riscaldarla per quattro o cinque minuti in un qualsiasi forno e sedersi a tavola». Il «giro» della farinata surgelata ha cominciato da un paio di mesi a prendere piede, tanto che i titolari di «Mangiafuoco» hanno deciso di allestire un locale ad hoc per produrla, nella vicina Millesimo. Alcuni punti vendita della Val Bormida e del basso Piemonte di una nota catena di supermercati nazionali hanno cominciato così a proporla ai propri clienti, ma c'è anche chi la acquista direttamente presso la «Taverna di Mangiafuoco» a Carcare, a due passi dallo storico istituto scolastico «San Giuseppe Calasanzio». «Un modo per evitare le code - prosegue Paolo Ruggero che amici e clienti chiamano Paolone - e anche di avere a disposizione un prodotto sempre fresco. Infatti un conto è consumarla al tavolo, ma quando si porta a casa, come, comunque, è nella tradizione di questo piatto, la farinata impachettata bollente perde la sua proverbiale fragranza a causa dell'umidità che si forma all'interno della confezione. Basta un minuto».
I sacchetti contengono mezzo chilo di farinata gialla di ceci o bianca di grano, variante tipica savonese «mentre la farcitura - conclude Paolo Ruggero - con formaggi, salsiccia o tartufo, altra nostra specialità, è consigliata a parte». L'«invenzione» di Ruggero presto si sottoporrà -e il Giornale sarà testimone della prova - all'insindacabile giudizio delle papille del savonese Giuseppe Robatto, accademico della cucina ed esperto di farinata.
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