«Ecco perché Ligresti entra in Impregilo»

Paolo Stefanato

da Milano

Le grandi manovre per il riassetto di Impregilo sono in corso. Domani scatta l’opzione di acquisto da parte della finanziaria Igli (18,037%) sulla quota di Gemina (11,829%). Igli sembra intenzionata a esercitare subito, senza indugi, una possibilità per la quale avrebbe due anni di tempo. Stando alle indiscrezioni, il regolamento dovrebbe avvenire per contanti; tuttavia Gemina può decidere se entrare in questa occasione nel capitale di Igli con una quota pari a un sesto (16,66%). Ci sarebbe un effetto diluitivo sugli altri soci, che sono Autostrade (20%), Gavio (30%), Techint-Sirti (30%) ed Efibanca (20%). Il 15% di Efibanca passerà a breve all’Immobiliare Lombarda del gruppo Ligresti (50,1% Fondiaria-Sai, 7% Milano assicurazioni). Antonio Talarico, ad e direttore generale di Immobiliare lombarda, vicepresidente di Fondiaria-Sai e presidente di Atahotels, uno dei manager più vicini alla famiglia Ligresti, spiega le ragioni di questa operazione.
Con Efibanca avete ormai chiuso?
«No, aspettiamo la fine di aprile. Perché, a seconda che Gemina entri in Igli oppure no, ci sarà un effetto diluitivo da valutare. Con Efibanca agiremo come socio unico; sulla sua quota rimanente avremo poi un’opzione di acquisto da esercitare tra due anni»
Il vostro gruppo ha tratto origine dal settore delle costruzioni. Che significato ha oggi entrare nel controllo di Impregilo?
«Per noi è il rientro nel settore delle grandi opere. Il Paese ha forte necessità di infrastrutture, dove Impregilo ha una presenza importante. Non penso solo ad autostrade, alta velocità ferroviaria, ponte sullo Stretto o al valico appenninico: penso anche alla necessità di realizzare dei degassificatori, utilizzando la nostra capacità portuale, perché l’Italia sia meno vincolata ai gasdotti che provengono dall’Algeria e dalla Russia»
Che sinergie ha il gruppo Ligresti con Impregilo?
«Un costruttore di queste dimensioni è un grande cliente di assicurazioni. Noi saremo l’unico socio assicurativo, avremo una posizione privilegiata per offrire delle polizze»
E legami di natura industriale?
«Immobiliare lombarda è attiva nel settore immobiliare. Con Ras, Generali e Lamaro abbiamo vinto la gara per la vecchia area della Fiera di Milano, 1,5 milioni di metri cubi. Una parte è di costruzioni normali, le può fare qualunque impresa. Ma le tre torri da 220, 185 e 170 metri di altezza devono essere costruite da specialisti, e i migliori del mondo sono australiani e coreani. Faccio solo delle ipotesi: ma Impregilo, che ha grandi legami internazionali, potrebbe essere il general contractor e affidare la costruzione alle imprese più adatte»
Impregilo è anche un salotto buono...
«E la cosa ci è molto gradita. Generali, Popolare di Milano, e poi Igli, con Gavio, Rocca, Sirti, Benetton-Autostrade, Efibanca...»
Il vostro ingresso avviene anche alla luce di un’integrazione tra Impregilo e Astaldi?
«Ne parlo da lettore di giornali. È un progetto eccezionale. Igli e la famiglia Astaldi mi sembrano ben disposte. Ritengo che l’operazione dovrebbe avvenire a livello di finanziarie di controllo, con una posizione di equilibrio tra i soci»
Immobiliare lombarda ha chiuso il 2005 in perdita
«Ma siamo entrati a dicembre. È stato un bilancio di pulizia. Solo gli oneri per la fusione con Progestim sono stati di 6 milioni.

Poi minusvalenze (14) e interessi (4). In compenso abbiamo 130 milioni di plusvalenze inespresse»
Il piano industriale è pronto?
«Lo sarà entro giugno. Sarà articolato e quinquennale»
Il 2006 sarà in utile?
«Sicuramente».

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