Emilio Orlando
Chi percorre per la prima volta via Bonafede, nella periferia sud-est di Roma, nel quartiere Alessandrino, ha modo di notare che a un certo punto la strada è caratterizzata da murales, scritte multicolori, fiori e una piccola lapide, tutti dedicati al ricordo di Daniele Mollicone, un ragazzo che perse la vita più di un anno fa in un incidente provocato da una buca. A vederla di giorno, via Bonafede sembra una strada dritta, con il manto stradale nuovo di zecca e i marciapiedi in ordine, ma lavvallamento creatosi un anno e mezzo fa è ancora lì, circondato da transenne. Una situazione simile a quella di molte altre strade cittadine, soprattutto in periferia. Nel caso specifico «non si tratta di una vera e propria buca stradale - dice lingegner Vincenzo Berardinelli, perito e consulente tecnico del tribunale di Roma - si tratta di cedimenti differenziali dovuti al fatto che proprio vicino dove si è creato lavvallamento insistono due pozzetti realizzati in materiale murario. Normalmente, dopo aver installato i pozzetti su una strada succede che questi si assestino, mentre in via Bonafede è avvenuto il contrario, cioè lasfalto ha ceduto seguendo gli avvallamenti del terreno dovuti ai mezzi che transitano». «Se si aggiunge poi che - continua Berardinelli - la strada è scarsamente illuminata, cè il rischio delleffetto decollo, proprio come deve essere successo al ragazzo morto su quella via. Infatti un motociclista che si trova in contesto del genere, accorgendosi dellavvallamento, arriva in frenata in corrispondenza del pozzetto e subisce una forte compressione degli ammortizzatori che può causare uno sbandamento incontrollabile del mezzo».
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