Michela Rolfo, 45 anni, biologa. Ha lavorato dal 1990 al 2000 al laboratorio di biochimica dell’istituto dei tumori di Genova, reparto ematologia. Dal 2001 si è trasferita a Sanremo. È sposata e ha due figli in affido. Ha avuto un tumore al seno dodici anni fa, quando di anni ne aveva appena 33. Per questo non ha avuto figli suoi… Per dieci anni il cancro era sembrato sconfitto con la quadrantectomia (asportazione di parte della ghiandola mammaria) affrontata all’ospedale dove lavorava, l’Ist di Genova. Lì aveva fatto anche la radioterapia ed era stata seguita durante la terapia ormonale per quattro anni.
Ma un anno e mezzo fa il mondo le si è rovesciato addosso con più violenza: “Avevo male alla schiena e non vedevo molto bene”, lo sconquasso è arrivato con la tac “total body”: metastasi ossee (sei sulle vertebre), cinque metastasi cerebrali, una in entrambi i polmoni, una massa al mediastino (è la cavità tra i polmoni e il cuore).Ecco le parole di Michela:
"Avevo paura, sapevo bene cosa mi stava succedendo: non avrei avuto scampo, le donne con la malattia a questo stadio tirano a campare, ne avevo viste all’Ist…. Nessuno avrebbe potuto raccontarmi bugie”…
Cosa ha fatto?
“All’inizio mi sono chiusa in me stessa, sono diventata egoista… poi grazie a mio marito e ai ragazzi ho trovato la forza di reagire. Da quando ho lasciato il lavoro in laboratorio faccio l’informatore scientifico, sapevo che a Monza c’è un medico molto bravo, Giovanni Lucio Rocca, che è anche professore a Tor Vergata ed è stato allievo di Luigi Di Bella…”
Continui…
“E’ stato un incontro che mi ha cambiato la vita, ho cominciato la terapia Di Bella nel marzo 2010, in abbinamento facevo l’ipertermia che è una tecnica di riscaldamento del corpo con radiofrequenza che aumenta le difese del sistema immunitario (agisce come la febbre e ti rilassa come una sauna). A maggio 2011 la Pet rilevava che le metastasi nel corpo erano sparite, ne avevo ancora due cerebrali, se pur ridotte di dimensioni. Ma i miglioramenti li abbiamo visti subito dopo i primi 4 mesi di terapia…”
Che farmaci ha preso e sta prendendo?
“Somatostatina, inibitore della prolattina (bromocriptina), sciroppo ai retinoidi, più ciclofosfamide e idrossiurea (gli ultimi due si inseriscono anche nelle chemioterapie ufficiali ma con altri dosaggi, ndr)
Ci può dire con che dosaggio ha assunto chemioterapici e se ha avuto effetti collaterali?
“Ciclofosfamide 50 mg al mattino, idrossiurea 500 mg… poca nausea, non ho perso i capelli. I primi viaggi Sanremo-Monza li facevo sdraiata in macchina per il mal di schiena (dovuto alle metastasi), oggi quando rientro mi sento una leonessa. Devo ringraziare anche il professor Rocca, mi ha sempre spronata, mi invitava a fare ‘programmi di vita’, ‘vada in palestra’, ‘faccia un viaggio’ e cosi via…”
Sta continuando la cura?
“Sì. Ho fatto una risonanza magnetica alla testa, due settimane fa: ho metastasi cerebrali puntiformi, al momento in fase di regressione”.
Si sente una miracolata?
“Affatto. Mi sento forte, testarda, caparbia. Le dirò: sono diventata così grazie alla malattia, mi dico: sono andata avanti per la mia strada, sono stata capace di farlo, sono sicuramente ‘cresciuta’”.
Ha rimpianti?
“Uno sì. Dopo la diagnosi di tumore a 33 anni, il professore dell’Ist con il quale lavoravo e tutti i miei colleghi mi convinsero a fare il test genetico (fra le miei familiari ci sono stati casi di tumori alla mammella e alle ovaie). Lo mandammo a Seattle, l’indagine rivelò che avevo una mutazione al gene BRCA2 e che avrei rischiato anche un cancro alle ovaie… Avevo una paura matta e accettai di togliere le ovaie in via preventiva. Oggi, col senno di poi, non l’avrei fatto. Anche se ho due meravigliosi ragazzi che considero ‘veri figli’…
Quanto le sono costate le cure?
“Per la Di Bella spendo 900 euro al mese”.
Farà ricorso?
“Senz’altro, ha tutto in mano l’avvocato”.
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