Ecco tutti gli artefici del decreto "salva nautica"

IL LAVORO CERTOSINO DIETRO LE QUINTE DI PALAZZO MADAMA Il senatore Cursi: "Strategiche per porti e noleggio occasionale anche le misure sulla finanza di progetto"

Ecco tutti gli artefici del decreto "salva nautica"

Chi dice che in Italia occorrono decenni per cambiare una legge? Piuttosto c’è da augurarsi che il record battuto dalle due commissioni del Senato (l’VIII e la X) presiedute da Luigi Grillo e Cesare Cursi non rimanga un fatto isolato, o l’eccezione che conferma la regola. Questi signori e i loro staff, hanno cambiato in meno di tre mesi una legge «iniqua» varata frettolosamente il 6 dicembre scorso. Stiamo parlando della tassa di stazionamento, trasformata in tassa di possesso con il «sì» del Senato. Dice il senatore Cesare Cursi: «La ripresa del settore della cantieristica nautica è decisamente importante per l’economia del Paese, per posti di lavoro e fatturato: per questo abbiamo inteso rivedere il significato intrinseco della tassa di stazionamento in modo che, a gettito invariato, eviti almeno la fuga degli stranieri che avrebbe conseguenze irrimediabili. Anche le misure a favore della finanza di progetto per i porti o del noleggio occasionale si inseriscono in una logica di rilancio di un settore che appartiene alla nostra storia e che va difeso, specialmente in un momento in cui si affacciano i capitali stranieri, se vogliamo evitare che marchi che hanno fatto grande la nautica italiana vengano trasferiti all’estero». «In questo modo - interviene il senatore Grillo - abbiamo salvato la nautica. L’effetto è stato dirompente per i nostri porticcioli con una vera fuga in massa delle imbarcazioni verso l’estero». L’iniziativa di Luigi Grillo è stata appoggiata da Enrico Musso, Roberta Pinotti, Raffaele Ranucci, Teresa Armato e Mauro Cutrufo. In particolare quest’ultimo, che è il presidente dell’associazione interparlamentare «Amici del mare e della nautica», sostiene che oggi «la nautica può tirare un sospiro di sollievo. Anche se il danno è stato fatto. Danno che è significativo. Sarebbe opportuno un percorso comunicativo diverso. Bisognerebbe, cioè, avere il coraggio di dire con grande onestà intellettuale: “Signori, ci siamo sbagliati, i diportisti stranieri non dovranno pagare un euro. E sono sempre i benvenuti”.

L’industria nautica conta 150mila occupati tra diretti e indiretti, tre volte un’industria come la Fiat, che porta al Paese un importante indotto in termini di economia, contribuendo al Pil con 5 miliardi.
AR

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