Le radiazioni emesse nell’atmosfera dopo l’esplosione nella centrale nucleare di Fukushima sono inferiori a un millesimo di quanto emesso durante l’incidente di Chernobyl. A riverlarlo è uno studio preliminare condotto dagli esperti del gruppo di ricerca sul nucleare dell'Università di Pisa. Il team da alcuni giorni ha attivato una rete internazionale di contatti per seguire la situazione in Giappone e per trasmettere, via mail, informazioni e pareri scientifici sulle possibili modalità di reazione agli eventi. «Il Gruppo di ricerca sul nucleare di San Piero a Grado (Pisa) - spiega una nota dell’Ateneo - è coordinato da Francesco D’Auria, esperto dei reattori ad acqua bollente, lo stesso tipo installato nella centrale nucleare di Fukushima, e composto da circa 40 studiosi dell’Università di Pisa e di altri enti di ricerca internazionali, e ha realizzato una newsletter che mira a cercare e filtrare le notizie disponibili in rete, a monitorare in modo costante e approfondito quanto sta avvenendo nei reattori di Fukushima, a fornire valutazioni e proposte basate sulla competenza e sull’esperienza accumulata a Pisa.
E a predicare calma e ad abbassare il livello di allerta e preoccupazione, si aggiunge anche l'Aiea. "Non è il momento di dire se gli sviluppi del disastro nucleare in Giappone siano finiti "fuori controllo", ha detto il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, reagendo all’allarmismo che serpeggia in questi giorni.
Stamane il commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger, aveva detto che la situazione sembra esser sfuggita di mano alle autorità giapponesi. Di qui, il monito del capo dell’Aiea, Yukiya Amano: "Non è il momento di dire che le cose siano fuori controllo, gli operatori stanno facendo il massimo per riportare in sicurezza il reattore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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