Il disastro di nave Concordia si poteva solo immaginare, ma vederlo, come in un drammatico filmato, grazie all’Ais, il sistema di identificazione satellitare, fa venire i brividi e racconta una verità un po’ diversa da quella spacciata fino a oggi. La nave rischiava di inabissarsi su un fondale di 107 metri a 660 metri dalla costa. Il disastro ecologico era quasi assicurato e nessuno può sapere quante delle quattromila persone scese a terra la notte del 13 gennaio sarebbero sopravvissute. A bordo, probabilmente su richiesta della Costa, il comandante Francesco Schettino ha deciso la manovra pazzesca. La nave ha fatto una giravolta di almeno 180 gradi ed è andata ad arenarsi a Punta Gabbianara, ben più a nord rispetto al fatale scoglio delle Scole.
Si può vedere tutto sul sito del Giornale, attraverso il tracciato satellitare raccolto in un filmato di quasi 4 minuti che con sagome, rotte e carta nautica mostra l’agonia di Costa Concordia. Un documento eccezionale reperibile sui siti internazionali che monitorano i movimenti delle navi. All’inizio il tracciato Ais mostra un triangolino verde, che simboleggia la nave passeggeri, in avvicinamento all’isola del Giglio a una velocità sostenuta di 15,4 nodi. In alto a destra una finestra indica l’ora di Greenwich, le 20.25 del 13 gennaio, le 21.25 in Italia. Il comandante Schettino vuole fare il famigerato «inchino» passando davanti al porto del Giglio. «Una pratica consolidata e spesso tollerata dalle compagnie, ma pure dalle capitanerie, che solo ultimamente hanno cominciato ad agitarsi - spiega una fonte del Giornale con una lunga esperienza sulle navi Costa -. Sul giornalino di bordo distribuito ai passeggeri si indica l’ora e i luoghi della navigazione turistica, ovvero vicino alla costa».
Schettino però è troppo vicino agli scogli e solo alle 21.44, un minuto prima dell’impatto sembra rendersi conto del tragico errore. La sagoma della nave vira di scatto a dritta. Un puntino marrone, il fatidico scoglio delle Scole, si vede benissimo. La nave sembra riuscire a passare per un soffio, ma alle 21.45 lo urta sulla fiancata sinistra verso poppa. Poi sembra andare alla deriva verso nord diminuendo subito la velocità. «A questo punto il capitano deve aver lanciato l’allarme Delta X-Ray per la squadra, con il secondo in comando, da far scendere in sala macchine a rendersi conto della situazione» spiega la fonte del Giornale. Schettino deve essere stato subito informato della gravità della falla e si è attaccato al telefono, come da procedura, per chiamare a terra il coordinatore di crisi della flotta (Fcc), Roberto Ferrarini.
Nel frattempo il tracciato satellitare mostra che la nave passa davanti al porto del Giglio e dopo circa un miglio viaggia a 3,4 nodi, ma dirige pericolosamente verso il largo. Alle 22.05 ha concluso il lungo abbrivo. Avanza a 0,8 nodi e si trova 600 metri dall’isola su un fondale di 107 metri. Schettino avrebbe potuto ordinare l’abbandono nave in quel momento, ma la nave si sarebbe inabissata. Per chi non riusciva a evacuare velocemente sulle lance non ci sarebbe stata speranza. E piombando sul fondo lo scafo poteva spezzarsi, provocando un disastro ecologico. «Per le emergenze più delicate gli stessi messaggi da impartire a bordo vengono approvati dall’ufficio crisi a terra», spiega il veterano del mare contattato dal Giornale. Solo il «Voyage record data», ovvero la scatola nera, che in realtà è di colore arancione, potrà dire cosa è accaduto veramente. Ci sono anche delle telecamere di sicurezza e dei microfoni direzionali che captano le voci, anche se non si utilizzano gli strumenti di bordo. Schettino per non farsi «registrare» avrebbe dovuto parlare con il cellulare uscendo dalla plancia.
Alle 22.05, venti minuti dopo l’impatto, la nave ha percorso un miglio (circa due chilometri) verso nord ed è quasi ferma al largo. A questo punto la sagoma gialla di Costa Concordia, registrata dal satellite, comincia a muoversi con una manovra incredibile. Probabilmente grazie a particolari eliche laterali l’enorme hotel galleggiante, che imbarca acqua, ruota su se stesso. Gira di almeno 180 gradi e torna indietro verso il Giglio. Sul tracciato satellitare si vede la linea nera della rotta che fa una specie di cappio sul mare a soli 1,2 nodi di velocità.
Secondo il capitano Giovanni Luca Barbera, interpellato dall’Ansa, nave «Concordia puntava al largo - spiega il capitano -. Il comandante ha effettuato la migliore manovra di salvataggio per evitare l’affondamento della nave e salvare così molte vite umane». Sul filmato del tracciato Ais, la nave procede di lato, in direzione di Punta Gabbianara, praticamente parallela all’isola, con la prua rivolta a sud est. Ci vuole quasi un’ora dopo l’inizio dell'ardita manovra per arenare la nave. Alle 22.
56 un ingrandimento mostra i drammatici momenti in cui il gioiello della Costa crociere si incaglia definitivamente ad un passo da terra, dove si trova ancora oggi. Due minuti dopo viene dichiarato l’abbandono nave.www.faustobiloslavo.eu
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