La Norvegia vola grazie al fondo sovrano: cosa c'è dietro gli incassi record

Il Norges Bank Investment Management ha segnato un rendimento senza precedenti grazie ai suoi investimenti nel settore tecnologico. Per Oslo una crescita importante che si unisce anche all'aumento dell'export di gas e petrolio

La Norvegia vola grazie al fondo sovrano: cosa c'è dietro gli incassi record
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La Norvegia segna un nuovo record: quello del rendimento del suo fondo sovrano. Secondo gli ultimi dati, il fondo nazionale ha registrato nel 2023 un rendimento di 197 miliardi di euro (2.222 miliardi di corone). Una cifra record, in piena inversione di tendenza rispetto al 2022, e che secondo gli analisti finanziari è dettato principalmente dalla combinazione del deprezzamento della corona, la valuta norvegese, e degli investimenti del fondo sovrano di Oslo nei titoli tecnologici.

Come spiegato da Wired, il fondo sovrano della Norvegia ha un ruolo fondamentale nel sistema finanziario del Paese. Con quote in oltre 8.800 aziende, il Norges Bank Investment Management riesce a puntare su molteplici settori e tipi di investimento (tranne i private equity) sotto le rigide regole dettate del ministero delle Finanze. Sul sito del fondo si legge che attualmente investe in mercati azionari e obbligazionari internazionali, nel mercato immobiliare e in quello della energia rinnovabile.

Nel tempo, il fondo è diventato uno dei più importanti al mondo, in questo anche trainato da un tesoretto in cui dominano gli introiti di Oslo derivanti dall'energia. Specialmente dopo il blocco del gas e del petrolio russi, la Norvegia ha tratto enorme beneficio grazie all'aumento delle esportazioni verso l'Europa, rafforzando quindi anche le entrate dello Stato che poi vanno dirottate anche sul fondo di investimenti. Tutto questo ha certamente un peso nella rilevanza di Oslo sul piano finanziario e politico. Ma come suggerito dall'amministratore delegato, Nicolai Tangen, non mancano segnali di preoccupazione.

Il fondo ha beneficiato di deprezzamento della corona e settore tecnologico, ma l'inflazione, ha spiegato Tangen, rimane un grande punto interrogativo al pari delle "turbolenze geopolitiche". Turbolenze che non hanno fatto registrare effetti negativi nel 2023, ma che potrebbero invece averne per l'anno appena iniziato.

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