"Una bomba da 11 trilioni di dollari". La previsione sulla Cina che inquieta i mercati

Il Wall Street Journal ha acceso i riflettori sui veicoli di finanziamento statali che hanno preso in prestito denaro per conto dei governi locali della Cina, in molti casi perseguendo progetti di sviluppo che hanno generato ben pochi ritorni economici

"Una bomba da 11 trilioni di dollari". La previsione sulla Cina che inquieta i mercati
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Hanno raccolto miliardi di dollari per costruire nuove infrastrutture all'avanguardia, distretti industriali, hotel e parchi divertimenti, aiutando la Cina a svilupparsi economicamente. Oggi quelle stesse decine e decine di città cinesi, protagoniste negli anni passati dell'ascesa del Dragone, avrebbero accumulato trilioni di dollari in debiti fuori bilancio. Non solo: i loro cantieri edili, adesso che il Paese è alle prese con una crisi economica provocata da vari fattori, sono invasi dalla vegetazione, mentre le autostrade quasi deserte, così come le attrazioni turistiche. È questo, di fatto, il quadro dipinto dal Wall Street Journal che ha concentrato la propria attenzione sulla "crescita alimentata dal debito" che hanno reso "il futuro della Cina tutt'altro che assicurato".

Il WSJ sull'economia della Cina

Il quotidiano statunitense ha acceso i riflettori su Liuzhou, una città nella regione meridionale del Guangxi, che ha raccolto miliardi di dollari per costruire l'infrastruttura per un nuovo distretto industriale, dove un gruppo finanziario di proprietà statale ha acquisito terreni, aperto hotel e un parco divertimenti. Altri appezzamenti di terreno acquisiti sono vuoti e molte strade della zona sembrano praticamente deserte. La sintesi sta tutta nelle parole di un residente locale: "Il governo cittadino è al verde".

Liuzhou è utile per spiegare cosa sta accadendo nella periferia della Cina. Nell'occhio del ciclone ci sono i complessi veicoli di finanziamento statali che hanno preso in prestito denaro per conto dei governi locali, in molti casi perseguendo progetti di sviluppo che hanno generato ben pochi ritorni economici. Il deterioramento del mercato immobiliare cinese negli ultimi tre anni ha fatto sì che gli stessi governi locali non potessero più contare sulle vendite di terreni agli sviluppatori immobiliari (una fonte significativa di entrate).

Gli economisti stimano che la dimensione di tale debito fuori bilancio sia compresa tra i 7 e gli 11 trilioni di dollari, circa il doppio del debito del governo centrale cinese. L'importo totale non è noto, probabilmente nemmeno a Pechino, sostengono banchieri ed economisti, a causa dell'opacità che circonda gli accordi finanziari che hanno permesso al debito di gonfiarsi. Il WSJ ha scritto che ben 800 miliardi di quel debito sarebbero ad alto rischio di insolvenza.

I possibili rischi di Pechino

Cosa potrebbe accadere? Se i veicoli di finanziamento non riuscissero a soddisfare i propri obblighi, Pechino potrebbe pagare per i salvataggi, e questo potrebbe creare un problema più grande incoraggiando prestiti non sani. Oppure potrebbe consentire ai veicoli di finanziamento insolventi di andare in bancarotta, esponendo le banche cinesi a gravi perdite e potenzialmente stimolando una stretta creditizia che eroderebbe ulteriormente la crescita economica.

Questo debito accumulato sarebbe parte di ciò che impedirebbe alla Cina di fare di più per stimolare la sua economia. La crescita annuale del 2023 è stata pari al 5,2% rispetto al 7,8% di un decennio prima.

Anche altre città stanno abbandonando i progetti infrastrutturali, che da tempo hanno guidato gran parte della crescita della Cina. "Molti dei piani finanziati dagli LGFV si sono infatti rivelati inopportuni, mal concepiti o entrambe le cose", ha concluso lo stesso WSJ.

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