Ricordate quando, all'inizio del governo Meloni, i critici della nuova maggioranza avevano bollato come disastrosa l'idea di apportare modifiche e ritocchi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per adattarlo agli scenari mutati dell'economia europea e agli sviluppi in corso d'opera di Next Generation Eu? Sull'esecutivo si aprì un fuoco incrociato di critiche da Sinistra e dalle autorità comunitarie, compreso il "nostro" Commissario agli Affari Economci, Paolo Gentiloni.
La realtà, quattro mesi dopo, è che le regole scritte nel fondo Next Generation Eu parlano chiaro e a determinate condizioni il Pnrr può essere emendato, tanto che a ottenere una modifica in tal senso è stata nientemeno che la Germania. Berlino ha infatti incassato il semaforo verde dell'Unione Europea alla proposta di modifica del suo progetto per lo sdoganamento dei fondi europei anti-crisi. E come abbiamo ricordato su queste colonne, non si tratta di una prima volta: il 12 dicembre scorso, infatti, a ottenere una modifica del Pnrr era stato il Lussemburgo, che aveva ristretto il perimetro del suo piano per l'accelerazione della ripresa dell'economia che aveva reso meno impellente il ricorso ai fondi europei. Oggi invece, caso ben più rilevante, è la Germania a ottenere una revisione del suo Pnrr.
Il 18 gennaio Bruxelles ha infatti dato semaforo verde a una duplice modifica del Pnrr di Berlino: da un lato il governo di Olaf Scholz ha presentato la richiesta di modifica parziale della misura del suo Pnrr sugli investimenti per promuovere la crescente digitalizzazione delle ferrovie, ottenendo il via libera per finirlo il 31 marzo 2023. Dall'altro la modifica approvata riguarda un programma di accelerazione della ricerca e dello sviluppo di vaccini contro il Covid-19 che avrebbe dovuto finanziare tre imprese con fondi dell'Agenzia medica europea (Ema). Una sola, però, ha ottenuto un successo nel risultato di ricerca sperato e dunque ora Berlino ha chiesto una redistribuzione dei fondi su nuovi programmi.
Due modifiche settoriali che però mostrano quanto la logica del Pnrr sia adattabile, per tutti i Paesi membri, al mutare dei contesti. Nel primo caso, la digitalizzazione delle ferrovie è stata frenata dalla consegna di alcuni componenti imprescindibili ritardata dalla carenza di materie prime, nel secondo caso dal mutato contesto che non ha messo al primo piano la pandemia nei piani economici per il 2022. Una lezione per la task force italiana guidata dal Ministro delegato al Pnrr, Raffaele Fitto, che sta trattando con Bruxelles le modifiche possibili che l'Italia può apportare. La lezione della Germania è chiara: con pragmatismo e realismo, lavorando su singoli piani che possono aver subito rincari o distorsioni, il Pnrr si può emendare. Tanto che nelle ultime settimane tutti i maggiori critici del governo Meloni hanno ritrattato parte degli appunti al premier sul tema.
E tra coloro che hanno giudicato le modifiche del Lussemburgo e della Germania c'è lo stesso Gentiloni che ieri cassava la proposta di Meloni e ora si trova a dover applicare le regole che lui stesso, in fin dei conti, ha scritto. Anche su questi temi il realismo vince sempre sulla dialettica politica: il Pnrr si può modificare e compito del governo Meloni sarà capire dove muoversi per farlo in senso migliorativo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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