Petrolio, prosegue frenata dei prezzi dopo decisione Opec+ di aumentare la produzione da aprile

Il Wti con consegna ad aprile passa di mano a 66 dollari al barile, sui minimi da sei mesi, con un calo di oltre 3 punti percentuali, mentre il Brent con consegna a maggio scivola sotto la soglia dei 70 dollari al barile

Petrolio, prosegue frenata dei prezzi dopo decisione Opec+ di aumentare la produzione da aprile
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Continua la discesa dei prezzi del petrolio dopo la decisione dell’Opec+ di procedere a un aumento della produzione di greggio, il primo dal 2022. Nell’incontro virtuale di inizio settimana, l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) e dagli alleati non facenti parte del cartello ha deciso di iniziare ad aumentare gradualmente l’estrazione, mirando a ristabilire un livello di produzione di 2,2 milioni di barili al giorno entro il 2026, dopo la serie di tagli che erano stati estesi fino al primo trimestre di quest’anno. Il primo incremento sarà di 138.000 barili al giorno ogni mese, a partire dal 1° aprile, con la possibilità di rivedere il piano in base alle condizioni del mercato. Infatti l’organizzazione ha precisato che l’aumento potrebbe essere sospeso o invertito, per mantenere una flessibilità che permetta di supportare la stabilità del mercato petrolifero.

La decisione dell’Opec+ ha stupito il mercato che si aspettava invece un ulteriore rinvio, come già avvenuto tre volte da giugno. Probabile che sul verdetto della riunione abbia giocato il contesto di pressioni politiche, con il presidente degli Stati Uniti che più volte aveva sollecitato prezzi del petrolio più bassi. La conseguenza sui mercati è stata proprio una flessione delle quotazioni, in maniera immediata, che prosegue ancora oggi: questo pomeriggio il Wti con consegna ad aprile passa di mano a 66 dollari al barile, sui minimi da sei mesi, con un calo di oltre 3 punti percentuali, mentre il Brent con consegna a maggio scivola sotto la soglia dei 70 dollari al barile con una flessione del 2,4%. Una debolezza che potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi.

L’incertezza sulla domanda di petrolio, legata alle recenti tensioni economiche globali, potrebbe infatti aggravare la pressione ribassista sul petrolio, secondo Goldman Sachs che nel report successivo alla decisione dell’Opec+ ha indicato due fattori che potrebbero pesare sul prezzo del greggio nel breve termine: “Innanzitutto un livello di offerta che potrebbe essere più alta di quanto ci aspettiamo”, in vista degli aumenti di produzione. E secondariamente, un possibile calo della domanda: “Vediamo un certo rischio di ribasso per la nostra previsione di crescita della domanda di petrolio di 1,1 milioni di barili al giorbno nel 2025, data la delusione dell’attività economica degli Stati Uniti, l'escalation dei dazi e una certa debolezza della domanda di petrolio in Cina”.

Oggi è arrivata anche la notizia che la Libia ha lanciato il primo round di gare dal 2008 per l'esplorazione di petrolio e gas.

L'annuncio ufficiale è stato dato dal presidente ad interim della National Oil Corporation (Noc), Masoud Suleiman Mousa, durante una cerimonia alla presenza del primo ministro del governo di unità nazionale, Abdulhamid Dabaiba, e del ministro del Petrolio e del Gas, Khalifa Abdul Sadiq. Il bando riguarda ventidue aree di esplorazione, suddivise tra blocchi onshore e offshore, distribuite nei principali bacini petroliferi libici.

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