Stati Uniti: disoccupazione sale al 4,1%, la scure di Musk inizia a farsi sentire

E’ il primo aumento dallo scorso novembre, ma potrebbe non essere l’ultimo. I posti di lavoro nel governo federale Usa sono calati di 10.000 unità a febbraio

Stati Uniti: disoccupazione sale al 4,1%, la scure di Musk inizia a farsi sentire
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Aumento della disoccupazione negli Stati Uniti, il primo dallo scorso novembre. Secondo i dati pubblicati oggi dal Bureau of Labor Statistics statunitense, il tasso di disoccupazione a febbraio, atteso stabile al 4%, è invece salito al 4,1%.

Molte aziende hanno annunciato tagli al personale. Secondo i dati raccolti dalla società di collocamento Challenger Gray & Christmas, i tagli di posti di lavoro sono saliti a febbraio a 172.017, il livello mensile più alto da luglio 2020 (nel pieno della pandemia da Covid). Settori come la manifattura e le piccole imprese hanno ridotto il numero di dipendenti, mentre grandi aziende come HP e Disney hanno recentemente rivelato piani per diminuire la forza lavoro. Ma a favorire questo andamento è stata anche la sforbiciata del Dipartimento per l'efficienza del governo (Doge) di Elon Musk. I posti di lavoro nel governo federale Usa sono calati di 10.000 unità a febbraio rispetto al mese precedente, secondo il rapporto sul mercato del lavoro, che ha creato lo scorso mese 151.000 posti nei settori non agricoli, meno delle attese degli analisti (pari a 160.000 nuovi impieghi).

Il calo riflette però solo in parte l’azione del Doge. “I tagli voluti dal Department of Government Efficiency non inizieranno a concretizzarsi fino alla pubblicazione dei dati di marzo e l'impatto dell'immigrazione continuerà a essere al centro dell'attenzione”, sostiene Lara Castleton, US Head of Portfolio Construction & Strategy di Janus Henderson. Ciò solleva la questione se i licenziamenti massicci di dipendenti pubblici possano far impennare il tasso di disoccupazione nazionale nel prossimo futuro.

Trump pronto a chiudere il dipartimento dell’istruzione

Secondo il Washington Post, Trump sarebbe pronto a firmare, forse oggi stesso, un ordine esecutivo per la chiusura del dipartimento dell’istruzione, guidato da Linda McMahon. L’abolizione del dipartimento richiede l'approvazione del Congresso, e in particolare 60 voti al Senato dove i repubblicani controllano 53 seggi. Tuttavia, secondo la bozza dell’ordine visionato dal quotidiano, McMahon dovrà "intraprendere tutti i passi necessari" per facilitare la chiusura "nella massima estensione consentita dalla legge".

Mercato del lavoro e politica monetaria della Fed

Finora, il mercato del lavoro statunitense ha mostrato una certa forza e stabilità, ma il quadro potrebbe cambiare nei prossimi mesi, alla luce delle incerte prospettive economiche, con potenziali impatti sulla politica monetaria della Federal Reserve (Fed), la banca centrale americana. Come sottolineato da alcuni analisti, i dati di febbraio dovrebbero fornire l'ultima panoramica sull'andamento dell'occupazione prima che le politiche commerciali e la riduzione della spesa pubblica inizino a influire più concretamente sulle assunzioni. Per questo motivo, si prevede che la Fed decida di mantenere i tassi invariati nella riunione del 18-19 marzo, a differenza della Bce, che ieri ha ridotto i tassi di 25 punti base.

”Crediamo che il report non modificherà le prospettive sulle azioni della Federal Reserve che per la riunione del 19 marzo dovrebbe lasciare i tassi di interesse invariati nel range attuale dal 4,25%-4,50%”, ha commentato Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia.

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