A2a punta 16 miliardi sull'Italia e frena le mire oltre frontiera

Tagliati gli obiettivi sui margini, titolo -1,2%. Interesse per il termovalorizzatore di Roma

A2a punta 16 miliardi sull'Italia e frena le mire oltre frontiera

A2a rivede le proprie mire all'estero e il piano di investimenti al 2026. Dopo l'Enel anche la multiutility milanese gioca in difesa e con la revisione della strategy decide di mettere nel cassetto l'espansione internazionale.

«Ci concentriamo sul mercato domestico, tutte le risorse che abbiamo le investiremo in Italia, mentre prima si prevedeva di investire all'estero il 20% del totale», spiega l'ad Renato Mazzoncini alla platea milanese a cui ha dato una doppia view: a fine piano e al 2030. Una rimodulazione che porta il conto finale degli investimenti al 2030 a 16 miliardi: ma la sforbiciata li ha fatti scendere, al 2026, di quasi 2 miliardi a quota 9,3 miliardi (11 miliardi quelli precedenti). Giù anche gli obiettivi di ebitda che passano da 2,9 a 2,6 miliardi al 2030.

Il nuovo piano, che sarà dunque rifocalizzato sull'Italia in quanto orientato «alla flessibilità, alla prudenza nonché all'ottimizzazione delle risorse finanziarie» non esclude però la crescita. Gli obiettivi dello shopping saranno nei settori delle rinnovabili e delle bioenergie. Nel dettaglio Mazzoncini ha espresso interesse per il termovalorizzatore di Roma: «Abbiamo il 50% del mercato dei termovalorizzatori in Italia, quindi siamo interessati a ogni progetto», ha detto annunciando di «valutare una eventuale partecipazione».

Quanto ai dividendi, il ridimensionamento permetterà la conferma della politica di remunerazione «che è di una crescita del 3% l'anno», ha affermato l'ad precisando che il dividendo relativo al 2022 che verrà proposto è di 8,49 centesimi per azione. «Continuiamo a crescere, l'azienda nel 2030 avrà una dimensione che sarà sostanzialmente doppia rispetto a quando siamo partiti con il piano».

Nel dettaglio, il piano prevede 16 miliardi di investimenti in 10 anni di cui 5 per l'economia circolare e 11 per la transizione energetica.

Quanto alla tassa sugli extra profitti e alla sua rimodulazione, ha un impatto relativamente marginale sul gruppo perché, ha spiegato il top manager, «non abbiamo fatto extra profitti: se andiamo a vedere i nostri bilanci del 2019-20-21 rispetto a quest'anno non abbiamo elementi rilevanti, stiamo parlando per il bilancio 2022 di qualche decina di milioni». Mazzoncini è però in attesa di capire come la norma verrà interpretata dall'Europa che sembra indicare una tassazione sulle aziende che estraggono combustibili fossili, quindi gas e petrolio, e per ora sembra escludere le aziende che acquistano gas per fare trasformazione di energia. «In ogni caso non ha un impatto significativo sul nostro piano, se ci sarà la pagheremo e faremo la nostra parte», ha assicurato.

Un approccio prudente apprezzato dagli analisti quello di A2a: «Riteniamo positivo l'approccio conservativo in questa fase con la riduzione del piano di investimenti nel periodo 2021-2026, ha detto Equita Sim, ribadendo il

rating buy e il target price a 1,83 euro. Diverso il giudizio della borsa. Alla luce delle novità ieri il titolo A2a è crollato fino a un minimo intraday a quota 1,22 euro per poi chiudere la seduta a quota 1,27% (-1,92%).

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