Per favorire il risparmio energetico e per ridurre l’impatto ambientale, complici le temperature meno rigide del previsto, alcuni sindaci hanno deciso di fare slittare di qualche giorno l’accensione dei riscaldamenti.
Poiché in alcune città le date di accensione sono state spostate nel tempo più di una volta, proponiamo quello che sembra essere il piano definitivo per l’anno in corso. Va da sé che queste proroghe non riguardano tutte quelle strutture che hanno necessità eccezionali di riscaldamento, tra le quali ospedali, cliniche, scuole e alcune aziende.
Chi parte il 3 novembre
A Milano il sindaco Giuseppe Sala ha deciso che i riscaldamenti possono essere accesi dal 3 novembre mentre gli uffici comunali potranno farlo da lunedì 7 novembre.
Se nella città meneghina Sala non ha imposto particolari limiti orari invitando la cittadinanza alla parsimonia, a Torino il sindaco Stefano Lo Russo, pure avendo dato il la ai riscaldamenti a partire dal 3 novembre, ha imposto un limite massimo di 10 ore al giorno fino al 30 novembre. Una limitazione in parte dovuta alla qualità dell’aria che desta qualche preoccupazione.
Prevista l’accensione il 3 novembre anche a Brescia, a Mantova e a Voghera.
Chi posticipa
Si sono concentrate più sul fine settimana le amministrazioni locali di Pavia, città che prevede l’accensione il 4 novembre e di Ravenna a partire dal 6 novembre ma al massimo 13 ore al giorno tra le 5 e le 23.
Dopo diversi rinvii il sindaco Matteo Lepore ha deciso che a Bologna i riscaldamenti potranno essere accesi dal 7 novembre ma al massimo per 13 ore al giorno nella fascia oraria che va dalle 5 alle 23.
Reggio Emilia segue le orme di Bologna, così come ha deciso di fare a Vigevano il sindaco Andrea Ceffa, pure non imponendo restrizioni diverse da quelle del piano nazionale dell’ex ministro Roberto Cingolani, così come non risultano essercene a Rimini e Modena.
Il piano Cingolani e il 2023
Il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas, il cosiddetto “Piano Cingolani”, ha imposto limiti di accensione giornaliera dei riscaldamenti in base a fasce di suddivisione climatica del Paese.
Laddove i sindaci non hanno esplicitato limiti orari valgono come riferimento quelli della norma nazionale che, nei centri che rientrano nella Fascia E (ovvero tutti
quelli citati sopra), prevedono un massimo di 13 ore di calore al giorno.Non è da escludere che anche le date di spegnimento dei riscaldamenti potranno essere riviste qualora clima e ambiente lo rendessero utile o necessario.
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