I colossi americani sfidano Donald Trump. E per i rifugiati arrivano posti di lavoro, case gratis e un fondo da 4 milioni di dollari. Per protestare contro il decreto esecutivo, che blocca gli ingressi degli immigrati da sette Paesi a maggioranza islamica, Starbucks ha deciso di assumere diecimila rifugiati. Un piano che riguarderà i punti vendita di tutto il mondo e che sarà realizzato nei prossimi cinque anni. "Bisogna costruire ponti - ha commentato il fondatore Howard Schultz - non muri con il Messico". La famosa catena di caffetterie non sarà l'unica a opporsi. Il management di Google ha infatti lanciato un fondo da 4 milioni di dollari, mentre Airbnb ha offerto alloggi gratis.
Ieri, mentre negli Stati Uniti dilagava la protesta contro il presidente, Schultz ha scritto una lettera scritta ai dipendenti. "Noi non rimarremo a guardare - ha promesso - non rimarremo in silenzio mentre l'incertenza sulle iniziative della nuova amministrazione cresce ogni giorno che passa". Ricordando la tradizione dell'azienda nell'assumere giovani in cerca di opportunità, Schultz ha annunciato il nuovo piano di assuzioni: "Ci sono più di 65 milioni di cittadini del mondo riconosciuti come rifugiati dalle Nazioni unite e noi stiamo definendo piani per assumerne 10.000 nei prossimi cinque anni nei 75 paesi del mondo dove è presente Starbucks".
Come rivela Repubblica, Starbucks inizierà ad assumere proprio negli Stati Uniti. Per primi chiamerà chi ha servito le truppe statunitensi come interprete o personale di supporto nei diversi paesi dove l'esercito americano è impegnato. Tra le persone fermate all'aeroporto JFK di New York, lo scorso sabato, ci sono infatti alcuni iracheni che hanno lavorato come interpreti per i militari americani. "I diritti civili che abbiamo dato per scontati per così tanto tempo sono sotto attacco - ha concluso Schultz - e vogliamo utilizzare una forma di comunicazione più immediata per capire e dialogare con voi sulle cose che ci stanno a cuore".
I dirigenti di Google, invece, hanno deciso di destinare un fondo già dotato di 2 milioni di dollari, che con le donazioni dei dipendenti potrebbe addirittura raddoppiare, alla crisi degli immigrati.
I soldi saranno versati a quattro organizzazioni (tra cui anche l'Unhcr) che si occupano dell'emergenza. Airbnb, inevec, metterà a disposizione gratuitamente alloggi ai immigrati musulmani che sono in queste ore sono rimasti bloccati negli aeroporti a causa del decreto esecutivo di Trump.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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