Prima giornata di quotazione del titolo Porsche alla Borsa di Francoforte. Dopo aver toccato al via 86,78 euro, le azioni hanno chiuso a 82,68 euro rispetto al valore di collocamento pari a 82,50 euro. «Per Porsche si è realizzato un grande sogno. Il nostro grado di autonomia ci mette in una posizione molto buona per realizzare gli ambiziosi obiettivi nei prossimi anni», il commento di Oliver Blume, ora nella doppia veste di neo ad del gruppo Volkswagen e numero uno della Casa automobilistica tedesca, il cui il 75% resta all'interno della galassia di Wolfsburg.
Dunque, è toccato a Porsche, che produce auto sportive di lusso, imboccare per prima la strada della Borsa, dopo che a lungo l'indiziata numero uno all'interno del gruppo Volkswagen è stata l'italiana Automobili Lamborghini. Ipotesi per la Casa di Sant'Agata Bolognese, guidata da Stephan Winkelmann, che resta comunque sempre valida soprattutto alla luce dei brillanti risultati e di una strategia attenta all'evoluzione del mercato. Il «Toro», in proposito, ha segnato nel primo semestre dati record con un risultato operativo di 425 milioni (+69,6%) e ricavi di 1,332 miliardi di euro (+30,6%).
Intanto, nella sale operative c'è già chi guarda al dopo quotazione di Porsche e, in particolare, a un possibile scorporo di Maserati da Stellantis allo scopo di valorizzare il marchio e portarlo in Borsa. «Stellantis - osserva un analista - è un titolo sottovalutato, mentre il gruppo è nelle mani di uno degli ad più rispettati del momento, Carlos Tavares». Secondo l'analista, che ricorda come l'ex ad di Fca, Sergio Marchionne, ne avrebbe considerato lo sbarco in Borsa, il valore del Tridente si aggirerebbe sui 7-8 miliardi. A premiare la Casa modenese, inoltre, è la serie di nuovi modelli già pronti (Grecale, MC20 e MC20 Cielo) e sulla rampa di lancio (GranTurismo il prossimo).
Il prezzo delle azioni Porsche a 82,68 euro (suo advisor unico è stata Mediobanca) ha consentito una valutazione pari a 78 miliardi (le capitalizzazioni delle «cugine» tedesche Mercedes-Benz e Bmw sono, rispettivamente, di 58 e 47 miliardi). Si tratta dell'Ipo maggiore sul mercato europeo. Volkswagen, ieri, ha chiuso la giornata in calo del 6,85%.
La Casa madre è destinata a raccogliere, dalla quotazione del suo «gioiello», 19,5 miliardi: quasi la metà dovrebbero andare agli azionisti come dividendo speciale, il resto ad arricchire gli investimenti del gruppo nella transizione green e nello sviluppo di software.
«Vero è - commenta un analista di Piazza Affari - che risulta singolare portare in Borsa una società in un periodo complesso come questo. Da inizio anno l'Eurostoxx ha perso il 24,4% e i multipli del lusso si sono deteriorati: dal trattare 30 volte gli utili a gennaio si è ora intorno a 21. La stessa Porsche si è quotata a 15 volte gli utili contro una media di 21. Avesse fatto l'operazione a inizio 2022 ci sarebbe stato un incasso maggiore».
Lutz
Meschke, direttore finanziario di Porsche, in una intervista a Bloomberg Tv, si è detto fiducioso di poter raggiungere l'obiettivo di fatturato di 39 miliardi per quest'anno, nonostante la «difficile situazione macro-economica».
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