Che fine faranno le criptovalute come Bitcoin (BTC) e la regina delle privacycoin Monero (XRM) sequestrate alla criminalità o agli oligarchi russi? Per la prima volta le monete virtuali (raccattate sul dark web e su Telegram in cambio di banconote contraffatte) sono state convertite in valuta flat - denaro contante - attraverso un'intesa tra il Comando Carabinieri antifalsificazione monetaria, il ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio (nella foto), il Fondo unico giustizia (Fug) e Young Platform, la piattaforma italiana exchange di cripto.
La criptovaluta è un asset digitale molto volatile e fortemente speculativo: ieri il Bitcoin alla Borsa di Wall Street viaggiava ancora sotto quota 59mila dollari. Un italiano su 10 ne è attratto, vorrebbe investirci o l'ha già fatto, con esiti altalenanti. In teoria non è (ancora) paragonabile a una valuta straniera, per cui non può confluire nel Fug, ad oggi sprovvisto di wallet digitale. In passato alcune criptovalute sono state «assegnate» temporaneamente a un gestore privato, in questo caso sono state convertite. «È un importante precedente e fornisce un modello operativo che potrà essere utilizzato in futuro», dicono gli inquirenti.
Ma se il sequestro fosse illegittimo il titolare dei criptoasset potrebbe chiedere i danni allo Stato che le ha incautamente vendute? In questi casi scatta il principio della «restituzione per equivalente», spiega il commercialista milanese Francesco Zappia, fondatore di Research & Investigation - Economic Crime Studies e corresponsabile Data Economy e Data Crime del laboratorio scientifico Decisions Lab dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria. «Il giudice può ritenere che la volatilità sia talmente elevata da comprometterne il valore - ragiona Zappia - per cui si procede ai sensi dell'articolo 260 comma 3 del Codice di procedura penale, che consente all'autorità giudiziaria l'alienazione o la distruzione di cose che possono alterarsi, per cui la conversione è funzionale alla ottimizzazione della fruttuosità della misura ablatoria». Il problema casomai è che la conversione in moneta flat avviene da parte di un soggetto privato, non pubblico. Un bel rebus per il legislatore.
Sebbene questi asset siano considerati il
bene rifugio delle principali organizzazioni criminali Andrea Ferrero, Ceo e co-fondatore di Young Platform, ricorda che secondo The Chainalysis 2024 Crypto Crime Report i volumi illeciti nel 2023 sono stati appena lo 0,34%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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