Arvedi congela un altoforno: costi energetici insostenibili

L'impianto si fermerà per una settimana a fine mese. Orsini (Confindustria): "Nuovo nucleare fondamentale"

Arvedi congela un altoforno: costi energetici insostenibili
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L'industria italiana torna a denunciare l'insostenibilità dei costi energetici offrendo il destro al ritorno del nucleare di nuova generazione in Italia. Dopo i numerosi richiami di Confindustria, ieri per la prima volta nei suoi 140 anni di storia Acciai Speciali Terni, principale produttore italiano di acciaio inox, ha annunciato che a fine settembre fermerà per una settimana uno dei suoi due forni elettrici non per un calo degli ordini, ma a causa degli eccessivi costi dell'energia, ormai divenuti «insostenibili» per l'azienda.

E così il nuovo nucleare diventa una necessità che sta abbattendo i muri ideologici degli ultimi 35 anni trovando la via del ritorno non per mano di un unico operatore, ma sotto forma di una ampia collaborazione.

Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha parlato di una nascente newco con tecnologia straniera e partecipata da società italiane. Un progetto in itinere che vede coinvolte - secondo Bloomberg - diverse società, per lo più i nomi che già di occupano di nucleare: Enel, Ansaldo e Newcleo. Alla finestra restano però anche altri operatori potenzialmente collaborativi, tra cui Edison.

D'altra parte, che in Italia le industrie soffrano dei costi energetici elevati è noto da molto tempo e a levare un primo grido d'allarme è stato il numero uno di Confindustria Emanuele Orsini: «Non possiamo pensare che l'energia del Paese non si faccia col nucleare». Per il leader di viale dell'Astronomia in prospettiva bisogna puntare sul nucleare di quarta generazione: «Dobbiamo cominciare a fare sperimentazione nel Paese, e ancora non lo possiamo fare, perché quella sarà la via del futuro, consapevoli che quella via sarà pronta non prima di 12-13 anni. Ma abbiamo bisogno di incrementare l'indipendenza energetica del Paese. È anche un tema di competitività. Mediamente paghiamo il 30-40% in più di energia».

In questo quadro, la Arvedi Acciai Speciali Terni del Cavalier Giovanni Arvedi ha dato i suo scioccante annuncio: «Il livello del costo dell'energia elettrica in Italia, tre volte superiore a quello di altri paesi europei dove sono basati i concorrenti di Aast, sta condizionando il piano di rilancio dello stabilimento umbro, vanificando gli sforzi di efficientamento fin qui compiuti ed i benefici degli ingenti investimenti già realizzati», afferma la società.

Nel 2022 Ast è stata comprata dal gruppo siderurgico di Cremona. Ma Arvedi aveva posto sin dal momento dell'acquisizione il tema del costo dell'energia, subordinando la realizzazione degli investimenti, per 860 milioni, a risolutivi interventi normativi e/o infrastrutturali.

La società afferma che lo stabilimento di Terni, dal primo gennaio al 31 luglio, ha dovuto versare mediamente 97 euro per megawattora contro i 21 in Francia, i

32 in Germania, i 35 in Finlandia e i 62 in Spagna pagati dai produttori di acciaio inox concorrenti di Acciai Speciali. Per Ast lavorano oltre 2mila persone. Il 2023 si è comunque chiuso con un utile di quasi 16 milioni.

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