Asse Leonardo-Fincantieri. Verso alleanze paneuropee

Cingolani: "Insieme a Folgiero prepariamo un accordo La cybersecurity? Vogliamo competere con Usa e Cina"

Asse Leonardo-Fincantieri. Verso alleanze paneuropee
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Tra Leonardo e Fincantieri «è scoppiata la pace». Nell'audizione dinanzi alla commissione Difesa della Camera l'ad di Leonardo, Roberto Cingolani, ha spiegato che con il suo omologo del gruppo cantieristico Pierroberto Folgiero «ci siamo subito detti: È tanto complicata la situazione con i competitor esteri che non possiamo avere una competizione interna».

Insomma, le ruggini su Stx e Oto Melara tra i rispettivi predecessori (Alessandro Profumo e Giuseppe Bono) sono superate e Cingolani ha anticipato che «stiamo scrivendo un accordo industriale fatto bene su alcune cose che devono funzionare, noi facciamo cose che volano, loro fanno cose che galleggiano, non è così complicato, e l'elettronica fa da collante». Il destino di Orizzonte Sistemi Navali (la joint venture tra i due gruppi di cui Fincantieri ha il 51%) rientrerà nel nuovo piano industriale di Leonardo che «sarà presentato il 24 febbraio al nostro cda e dai primi di marzo ai mercati internazionali», ha aggiunto.

«C'è una fortissima accelerazione sulla parte internazionale», ha specificato aggiungendo che si sta lavorando su alcune alleanze che devono «creare dei poli europei su settori fondamentali della difesa». Le nuove entità «non saranno solo italiane, tedesche o francesi» perché dovranno competere «alla pari con i colossi americani e cinesi». Leonardo sta attualmente svolgendo le due diligence, rapporti «con banche internazionali che ci aiutano a capire cosa vendere e cosa comprare» e sta meditando «su alcune joint venture ma di levatura gigantesca», perché «abbiamo in corso in questo momento due diligence, rapporti con banche internazionali che ci aiutano a capire cosa vendere e cosa comprare, e stiamo meditando su alcune joint venture ma di levatura gigantesca, perché dobbiamo essere uno dei motori della creazione di uno spazio europeo della sicurezza, che è l'unica cosa che ci rende un continente forte».

La parola d'ordine del nuovo piano sarà «bullets & bytes» perché al core business tradizionale dei sistemi di difesa si affiancherà quello della cybersicurezza, sempre più fondamentale negli scenari di guerra come, soprattutto, in quelli di peacekeeping. Dunque, da una parte si sta rivedendo il piano Gcap con Bae Systems e Mitsubishi per gli incursori di nuova generazione, mentre dall'altra parte si aprirà ancora di più l'orizzonte sul digitale.

Il terzo pilastro sarà il cosmo con la nuova divisione che divisione Spazio che «verrà annunciata, consolidata, l'anno prossimo». In questa direzione «abbiamo modificato i patti parasociali con Thales su Space Alliance per rilanciarla», ha precisato l'ex ministro perché l'esplorazione resta «la nostra bandiera tecnologica».

Cingolani ha infine ricordato che, nonostante si sia insediato da maggio, ha

già provveduto a riorganizzare la governance con il nuovo condirettore generale Lorenzo Mariani e a razionalizzare i costi di struttura. Infatti, il titolo (ieri +1,15% a 14,06 euro) è «ai massimi dal 2007», ha concluso.

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