Il pressing di Autostrade sul governo piace al mercato che, in un periodo di forte volatilità, ieri ha premiato il titolo Atlantia con un rialzo del 7,8% a 12,72 euro. Gli investitori vedono all'orizzonte un accordo che possa chiudere il capitolo della potenziale revoca della concessione in capo ad Aspi.
Ma soprattutto sbloccare, con l'eliminazione dell'articolo 35 del decreto Milleproroghe, la situazione finanziaria del gruppo. Al momento, infatti, a causa dell'incertezza che genera, la società non è »bancabile». Il cavallo di Troia della trattativa è il Pef, il programma economico finanziario del gruppo: oltre 200 pagine allo studio del Mit che contengono, di fatto, una proposta d'accordo, non ha garanzie per ottenere prestiti. Il tutto ruota attorno a una serie di investimenti e manutenzioni che il gruppo attiverebbe immediatamente una volta sciolti i nodi con il governo. Una trattativa, all'ordine del giorno del cda interlocutorio di ieri, che farebbe leva su nuovi progetti, 1,2 miliardi già nel 2020.
In concreto, a stretto giro, verranno emessi una serie di bandi il cui valore complessivo ammonterà a oltre 450 milioni. Si tratta di attività di progettazione e assistenza tecnica, direzione lavori e coordinamento per la sicurezza, in sostanza servizi di ingegneria.
Tra i primi interventi a partire, le tratte Firenze Sud-Incisa sulla A1 (320 milioni), Ravenna Bologna San Lazzaro sulla A14 (205 milioni), e Firenze - Pistoia sulla A11 (350 milioni). Il tutto inquadrato nel piano da 7,5 miliardi, 2020-2023, che prevede anche attività di ingegneria pari a circa 1 miliardo. Di questi 7,5 miliardi, più della metà, 4,3 miliardi andranno alla Liguria; 1,5 miliardi all'Emilia-Romagna; 1,15 miliardi alla Toscana; seguono Veneto con 200 milioni, Lombardia con 12 milioni, Marche con 30 milioni e Lazio e Campania con 20 milioni.
La palla è, dunque, ora nelle mani del governo che, formalmente avrebbe tempo fino al 31 luglio per esprimersi sul Pef. Ma diverse fonti parlano di una possibile intesa prima dei cda del 27 e del 28 aprile quando saranno licenziati i conti 2019 di Aspi e Atlantia, rinviati in precedenza proprio per la trattativa in essere con il governo. Tra i nodi ancora da sciogliere ci sarebbero una possibile penale e la vendita del 50% di Aspi a un soggetto controllato dal Tesoro. Una valorizzazione, quella di Aspi, che potrebbe rientrare però in una «fase 2» dell'accordo.
Note dolenti sono attese, comunque, per metà maggio quando saranno approvati i conti del primo trimestre.
Atlantia è stata duramente colpita dalla crisi pandemica, in quanto tutte le attività del gruppo (strade, aereoporti) sono esposte.
E Autostrade per l'Italia, da gennaio, ha visto un calo del traffico del 27% anno su anno, con una disca del 76% nell'ultima settimana.Una situazione difficile tanto che Equita stima che «per Atlantia non ci sarà alcun dividendo almeno per i prossimi due anni».
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