Per sopravvivere ai mercati del futuro occorre prendere coscienza che esistono aziende, e anche Stati, zombie (e in realtà anche Stati), almeno a livello finanziario. Le società zombie sono realtà decotte, spesso incapaci di ripagare gli interessi sui finanziamenti, tenute in vita artificialmente dalla montagna di liquidità riversatasi sulle Piazze internazionali nell'ultimo decennio, dall'innalzamento della propensione al rischio, da uno scenario di tassi negativi e dalla capacità di rinegoziare le linee di finanziamento con le banche.
«Siamo in una situazione classificata come dilemma del prigioniero»- sostiene Maurizio Esentato, co-fondatore di Classis Capital Sim nel corso della serata celebrativa dei dieci anni della società per poi spiegare: «da un lato si assiste al paradosso dei tassi di interessi negativi, dall'altro all'esplosione del debito societario che, a sua volta, potrebbe trasformarsi un amplificatore in caso di crisi recessiva». Nel giro di pochi anni, le obbligazioni societarie Usa a tripla A, ovvero il debito giudicato il più sicuro, si sono «quasi estinte» mentre il mercato delle obbligazioni ad alto rendimento (ed elevato rischio) è esploso: negli Usa è passato dai 1200 miliardi di dollari del 2012 ai 1652 miliardi del primo semestre 2019, in Europa è salito dai 283 miliardi del 2012 ai 499 miliardi di fine settembre. Essenziale, per muoversi in questo mercato, è saper intercettare le società zombie ed evitarle.
È questo quello che si ripromette Classis Capital Sim grazie allo «z-Score» un modello di analisi che misura le probabilità di fallimento di un'azienda messo a punto da Edward Altman, co-fondatore di Classis Capital Sim e professore alla Sterri School of Business della New York University.
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