La Banca mondiale rivede al ribasso le stime di crescita del Pil mondiale che quest'anno crescerà del 4% invece del 4,2% previsto. Il pessimismo di Washington è dovuto principalmente ai timori per la nuova ondata di contagi da Covid-19, in grado di rallentare la ripresa dell'economia mondiale che sarà vigorosa solo a fronte di una massiccia campagna di vaccinazione dal virus. Al netto della revisione al ribasso, la Banca mondiale (nella foto il presidente David Robert Malpass) ha comunque rilevato che il calo dell'economia nel 2020 è stato «meno grave» di quanto temuto - con un calo del 4,3% contro il - 4,5% previsto nel giugno scorso. Ma sono gli scenari futuri a preoccupare gli analisti dell'istituto. L'aumento dei contagi da coronavirus e le sue nuove varianti stanno causando ulteriori restrizioni in un periodo che le precedenti previsioni iscrivevano già nelle dinamiche della ripresa delle attività economiche, in particolare negli Stati Uniti e in Europa. Secondo la Banca Mondiale questa nuova battuta d'arresto non solo causerà un rallentamento della crescita, ma porterà anche ad una «notevole» riduzione delle entrate, sia pubbliche che private. Da un lato infatti il gettito fiscale è diminuito, mentre l'ondata di licenziamenti ha influito sul potere d'acquisto delle famiglie. Gli scenari di ripresa «restano modesti se i responsabili politici non agiscono con decisione per contenere la pandemia e attuare riforme favorevoli agli investimenti», avverte Washington, che sottolinea come «prospettive a breve termine restano altamente incerte». Lo scenario più pessimistico - continuo aumento delle infezioni da Covid-19 e ritardo nei vaccini - prevede una crescita di solo l'1,6% nel 2021, mentre lo scenario più ottimistico - contenimento della pandemia e accelerazione delle vaccinazioni - suggerisce una crescita di quasi il 5%. La ripresa, quando arriverà, sarà comunque differenziata da continente a continente.
Dopo una contrazione stimata del 3,6% nel 2020, il Pil statunitense dovrebbe rimbalzare al 3,5% nel 2021, 0,5 punti percentuali in meno rispetto alla previsione pubblicata a giugno. L'area dell'euro dovrebbe crescere del 3,6% dopo un calo del 7,4% nel 2020.
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