Le banche in crisi si preparano a vendere le "sim"

Il progetto delle filiali supermarket per comprare biglietti, viaggi, cellulari

Le banche in crisi si preparano a vendere le "sim"

Bancari in rivolta contro la disdetta del contratto nazionale decisa dall'Abi: i sindacati hanno confermato lo sciopero per il 31 ottobre, minacciando che sarà soltanto la prima tappa della ribellione. Passata la prova muscolare, sarà però il tempo di rimettersi al tavolo per Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Ugl e Dircredito. Il filo per ricucire sarà con ogni probabilità definire un allargamento dell'offerta delle filiali a una serie di servizi «collaterali». Prodotti che nulla hanno a che vedere con il risparmio tradizionale, ma su cui gli istituti appendono parte delle speranze per risollevare una redditività ormai ridotta a livelli da prefisso telefonico: 0,47% il Roe dei primi 39 gruppi una volta depurati svalutazioni e avviamenti.
I 309mila bancari italiani, per salvare il posto di lavoro, potrebbero in sostanza reinventarsi venditori di ticket teatrali, biglietti per treni, navi o aerei, abbonamenti telefonici o dell'energia e forse di servizi immobiliari; mentre le piccole e medie imprese potrebbero trovare allo sportello una consulenza in materia fiscale e di bilancio.
L'idea, pur ancora allo stato embrionale, di allargare lo spettro di attività degli sportelli è all'attenzione sia delle banche sia dei sindacati del settore. Palazzo Altieri aveva forzato per evitare che la «ultrattività» dell'accordo comportasse una sua sostanziale immutabilità, ma ora l'auspicio è riprendere la strada della concertazione.
A lanciare un appello dalle colonne del Giornale è lo stesso Francesco Micheli, vicepresidente vicario dell'Abi e capo del Casl: «I sindacati tornino al tavolo della trattativa, nel solco della tradizione delle relazioni sociali del settore. Sono certo che troveremo le soluzioni più opportune».
Micheli, che fa parte del vertice di Intesa Sanpaolo, non si spinge oltre, ma è evidente che il presupposto è ottenere dal nuovo impianto un reale aumento di produttività. La proposta che le banche vendano anche servizi non finanziari era stato, peraltro, circoscritta anche dal leader della Fabi, Lando Sileoni, all'ultimo vertice con l'Abi. Le banche pretendono, però, un severo taglio dei costi.

La prospettiva è giungere a due differenti livelli contrattuali tra adetti del back office e degli sportelli, mentre gli over 55 più esperti potrebbero essere riconvertiti in figure simili ai promotori finanziari. Il Fondo esuberi diventerebbe infine un ente bilaterale, per allungare lo scivolo al prepensionamento e liberarsi dai vincoli dell'Inps.

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