Banche, da ottobre tornano i dividendi

La Bce: "Pronti a togliere il blocco, ma focus sui rischi". Borsa positiva

Banche, da ottobre tornano i dividendi

Il «digiuno» forzato dai dividendi per gli azionisti delle banche italiane, fondazioni in testa, dovrebbe volgere al termine tra pochi mesi. «Se le condizioni dell'economia e del settore finanziario non si deterioreranno, la nostra raccomandazione sulla restrizione delle distribuzioni durante la pandemia potrebbe scadere alla fine di settembre 2021», ha annunciato la presidente della Bce, Christine Lagarde in audizione all'Europarlamento.

«In assenza di sviluppi negativi, prevediamo di abrogare» il blocco «a partire dalla fine del terzo trimestre» e di tornare a rivedere i dividendi e i buy back, ha confermato il capo della Vigilanza, Andrea Enria.

Fiduciosa Piazza Affari: +1,36% l'Ftse Italia banche, trainato da Unicredit (+2,5%), Intesa Sanpaolo (+1,1%) e Banco Bpm (+1,7%). Giova ricordare che lo stop ai dividendi è finalizzato a mantenere alta l'asticella della solidità patrimoniale delle banche e quindi a creare un'area di sicurezza per assorbire eventuali crediti deteriorati lasciati dal Covid. Non per nulla Enria si attende che le politiche di remunerazione «rimangano prudenti e commisurate alla capacità di generazione di capitale interno delle banche e al potenziale impatto di un deterioramento della qualità delle esposizioni, anche in scenari avversi».

Evidente, la moral suasion della Bce, anche perché una attenta gestione del rischio rimane fondamentale. La maggior parte delle banche Ue è «pienamente» o «ampiamente» in linea con le aspettative della Vigilanza ma - ha avvertito Enria - «alcune, comprese quelle che ora hanno livelli di rischio di credito piuttosto bassi, devono colmare lacune significative» nel controllo del rischio. Onde prevenire problemi in futuro.

«Le nostre preoccupazioni sulla stabilità finanziaria si sono spostate dai rischi sulla liquidità delle imprese» alle loro vulnerabilità di bilancio, ha spiegato la stessa Lagarde, sottolineando

che «si è alzato il grado d'indebitamento societario, soprattutto per le piccole aziende più colpite» dal virus. «Importante evitare» che la combinazione di molti debiti e minori profitti, «possa sfociare in insolvenze».

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