Una raffica di vendite sulle azioni delle banche ha spazzato via Piazza Affari all'indomani degli stress test della Bce. A fare da detonatore dell’andamento negativo dei listini è stato anche l’indice Ifo, sulla fiducia delle imprese in Germania, che a ottobre scende più delle attese. Il crollo del comparto bancario ha trascinato giù anche il Ftse Mib che, maglia nera in Europa, ha chiuso a a -2,40%.. Milano è maglia nera tra i principali listini europei trascinata da un comparto bancario oggetto di raffiche di sospensioni nel corso di tutta la seduta, affossato dalle performance di Mps e Banca Carige, i due istituti su cui è acceso il faro della Bce. Il titolo della banca senese ha aggiornato il suo minimo storico a 0,7735 euro e segnato in chiusura un calo del 21,50%. Fuori dal paniere principale, in profondo rosso Banca Carige (16,54%). Le vendite non hanno risparmiato nessuno, da Ubi Banca (-5,15%), a Bpm (-4,43%), da Bper (-4,23%) a Mediobanca (-3,35%), da Intesa Sanpaolo (-3,14%) a Unicredit (-2,55%), nonostante alcuni istituti abbiano superato in scioltezza l’esame dell’Eurotower. La Consob ha disposto il divieto di assumere o aumentare posizioni nette corte sulle azioni di Mps e Carige. Il divieto, in vigore da domani fino al 10 novembre (termine entro cui le banche dovranno presentare alla Bce i propri piani per rimediare al deficit di capitale) ha lo scopo di alleggerire la pressione ribassista sui titoli.
Fuori dal comparto bancario hanno sofferto Saipem (-4,22%), Azimut (-4,14%), Mediaset (-3,13%), World Duty Free (-2,91%), Buzzi Unicem (-2,85%) ed Enel Green Power (-2,63%). Schivano l’onda ribassista A2a (+1,57%) e Stm (+1,54%). Debole Cir (-4,56%) nonostante l’utile dei nove mesi.
Giornata negativa per tutte le Borse europee, ma nessuno ha fatto male come Milano: Londra -0,40%, Francoforte -0,95%, Eurostoxx 50 -1,02%, Parigi -0,78%, Madrid -1,39%.
Anche sul fronte dello spread l’Italia paga pegno con una crescita di quasi 6 punti base della forbice Btp-Bund, la più ampia in Europa dopo Grecia e Portogallo, mentre il differenziale Btp-Bonos spagnoli sale ai massimi da due anni e mezzo, segno di come il mercato ritenga in questo momento più sicuro investire nei titoli di Stato iberici che in quelli italiani.
Secondo gli analisti di Equita per Mps, bocciata agli stress test con un fabbisogno di capitale da 2,1 miliardi, la Bce "non ha permesso di incorporare i benefici del piano di ristrutturazione approvato dall’Ue e ha imposto di ipotizzare il rimborso di 750 milioni di Monti bond: secondo noi emerge una moral suasion evidente per considerare a breve ipotesi di aggregazione". Secondo gli esperti, quindi, bisogna ipotizzare "un aumento di capitale da 1,5 miliardi" anche perché il Montepaschi "non dispone di molte alternative ad un nuovo aumento: la cessione della quota nella joint venture assicurativa potrebbe garantire un contributo di soli 280 milioni". Per gli analisti di Ig inoltre "la mancanza di un piano dettagliato sulle prossime strategie da attuare per ricoprire le esigenze di capitale legate agli stress test, può alimentare la speculazione del mercato verso un possibile aumento di capitale". "Il deficit risulta essere troppo elevato da essere colmato solo con l’emissione di un bond Tier 1 o dalla cessione di rami di azienda, come Consum.it. L’ipotesi poi di una fusione o vendita rimangono molto improbabili al momento, sia per le notevoli dimensioni dell’istituto sia per la difficoltà che la banca sta incontrando nel recuperare redditività. Il mercato potrebbe portare il titolo verso i minimi di due settimane fa".
Per Carige, poi, bocciata con uno shortfall di 813 milioni, la banca ha già optato per un aumento capitale fino a 650 milioni. Equita ricorda che "Carige è evidentemente destinata ad un’aggregazione, ma in vista dell’aumento di capitale manteniamo una view cauta". Ig invece ritiene che Genova "grazie alle garanzie di Mediobanca" potrà "riuscire a colmare lo shortfall di capitale evidenziato dagli stress test. Rispetto a Mps, crediamo che Carige possa essere coinvolta nel processo di consolidamento del settore bancario italiano che pensiamo possa partire a inizio 2015".
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