Giuseppe Castagna sottolinea i risultati «sopra le attese» raggiunti dal Banco Bpm nel 2017 e promette conti in ulteriore miglioramento a fine anno, ma sfila da subito l'istituto dall'atteso nuovo round di riassetto del credito in Italia. «Noi non pensiamo che nei prossimi due anni saremo impegnati in operazioni di consolidamento», ha detto Castagna ai soci riuniti in assemblea per approvare il bilancio (558 milioni l'utile).
Tutto è rimandato perlomeno «alla fine del 2019», ha proseguito Castagna senza fornire dettagli. Ma è chiaro che non sarà il Banco Bpm un possibile compagno di viaggio per Carige e Creval, entrambe reduci da importanti aumenti di capitale, o per il Monte Paschi, ancora in mano al Tesoro dopo il salvataggio di Stato. Non solo il banchiere, pur ribadendo la necessità di una razionalizzazione del settore, non ha nascosto «preoccupazione» per un processo di consolidamento «troppo veloce».
A 18 mesi dall'assemblea (era l'ottobre del 2016) per la trasformazione in spa e dalla fusione Milano-Verona, partita a gennaio 2017, è completamente cambiata anche la geografia degli azionisti: 900 quelli presenti ieri fisicamente in assise, numeri frazionali rispetto alle riunioni oceaniche delle due ex cooperative rottamate dalla riforma Renzi. Rivoluzione nel capitale proseguita con l'Enpam, l'ente di previdenza dei medici e dei dentisti, che ha detto di detenere l'1,3% della banca. «Speriamo che altri enti e fondazioni seguano questo investimento», ha detto Castagna: «Abbiamo bisogno di soci istituzionali». E anche la Fondazione Crt è giunta all'1%.
Tornando ai risultati, sono «assolutamente positive» le indicazioni per questo inizio d'anno. Tanto che, grazie a conti attesi in miglioramento «mese dopo mese», il Banco prevede «un buon risultato» a dicembre. «Poi vedremo se mirare più al dividendo o all'incremento del titolo in Borsa. Non basta fare utili per distribuire» cedole, ha avvertito Castagna. Anche perché l'istituto, come tutte le altre banche europee vigilante dalla Bce, dovrà fare i conti con la stretta sui crediti in sofferenza.
Ma l'assise è anche l'occasione per un
appello alle istituzioni: «Abbiamo bisogno di un governo velocemente che prenda in mano le attese delle imprese che vogliono far tornare il Paese a un livello di importanza assoluta anche in Europa», ha scandito il banchiere.
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