Giovanni Bazoli vince la battaglia che, alla soglia degli 89 anni, più lo opprimeva da lungo tempo. Il tribunale di Bergamo, collegio presieduto dal giudice Stefano Storto, lo ha assolto nel processo Ubi Banca, relativo a presunte irregolarità nella gestione dell'istituto di credito. Il banchiere - alfiere della «finanza bianca» nel solco del cattolicesimo democratico del suo maestro Beniamino Andreatta e ideatore del gruppo Intesa Sanpaolo, creato a cavallo tra il Novecento e i primi anni Duemila partendo dalla ceneri del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi - è stato assolto per il reato di ostacolo all'autorità di vigilanza «perchè il fatto non sussiste» e per il reato di illecita influenza in assemblea «per non aver commesso il fatto», in relazione all'assise di Ubi Banca del 20 aprile 2013.
«Apprezzo grandemente la professionalità e l'indipendenza dimostrata dal Tribunale di Bergamo che ha emesso questa sentenza, che fa onore alla magistratura». Così ha commentato la sentenza Bazoli, in tarda serata, aggiungendo però anche che «resta però inaccettabile che la vita di incensurati cittadini e stimati professionisti e imprenditori sia stata sconvolta per sette anni da una vicenda giudiziaria basata su un'accusa totalmente infondata».
Si chiude, con questa sentenza, una vicenda vecchia di 8 anni e che per 3 anni di udienze ha coinvolto Bazoli nel sospetto che il professore e avvocato bresciano esercitasse un ruolo di peso sia su Intesa, sia su Ubi Banca, attraverso un patto occulto rispetto al gruppo bancario nato a colpi di fusioni sull'asse Bergamo - Brescia. Si chiude anche perché, nel frattempo, dopo una delle battaglie finanziarie e bancarie più dura di sempre, la stessa Ubi è finita assorbita proprio da Intesa, con l'Opa lanciata nel 2020.
Bazoli esce indenne da un processo che minacciava di lasciare lunghe ombre sul curriculum dell'avvocato che ha saputo tenere testa ai progetti di Enrico Cuccia e della sua Mediobanca per un paio di decenni. Al termine della requisitoria, infatti, il pm aveva chiesto per Bazoli una condanna a 6 anni e 8 mesi (con una richiesta di riduzione della pena di 6 mesi in virtù della prescrizione del reato di illecita influenza in assemblea). Il tribunale ha invece assolto Bazoli nel merito, pur essendo il secondo reato prescritto da giugno.
Il processo si è chiuso con 29 tra assoluzioni e proscioglimenti per prescrizione e una condanna a un anno e sei mesi per l'imputato Franco Polotti, già presidente del consiglio di gestione di Ubi.
Il tribunale ha assolto anche Intesa, subentrata nel processo al posto della incorporata Ubi. L'ex numero uno di Ubi, Victor Massiah, è stato assolto perchè il fatto non sussiste per tre capi d'imputazione relativi all'ostacolo alle funzioni di vigilanza e per un altro capo per prescrizione.
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