La Bce prende le forbici, domani giù i tassi

Attesa una riduzione dello 0,25%, ma il fattore Fed ipoteca il futuro

La Bce prende le forbici, domani giù i tassi
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Senza troppe fanfare, con l'understatement tipico di chi sa di essere ancora in mezzo al guado, domani la Bce annuncerà un taglio dei tassi da un quarto di punto. Riportare le lancette del costo del denaro al 4,25% avrà però un impatto marginale se il mini-allentamento resterà un fatto episodico. E questo è il rischio che l'eurozona correrà nei prossimi mesi, quelli in cui le decisioni di Francoforte saranno condizionate non solo da fenomeni interni, ma anche esogeni. Tra questi, uno su tutti: alle prese con un'inflazione talmente perniciosa da essere tra i principali convitati di pietra nella corsa la Casa Bianca, la Federal Reserve potrebbe tener ferme le bocce.

Con le dichiarazioni tutte a favore di un ammorbidimento della politica monetaria arrivate da più parti nell'ultimo mese, Francoforte ha voluto dare un segno di ricomposizione all'interno del consiglio dopo le divisioni fra falchi e colombe emerse a tutto tondo nella riunione di aprile. Non è però da escludere che qualcuno si sia poi pentito. Soprattutto dopo la risalita oltre le attese dell'inflazione in maggio al 2,6%, con punte del 2,8% in Germania, lì dove si concentrano i maggiori timori di una spirale prezzi-salari alimentata dai robusti rinnovi contrattuali. Spiega Algebris Investments: «Riteniamo che la Bce rivedrà al rialzo le proprie stime trimestrali sull'inflazione, creando un contesto difficile per il taglio. Allo stato attuale, riteniamo che questo taglio possa essere presto considerato un errore di politica monetaria». Il timore di «agire troppo in fretta» c'è ed è alimentato dalla paura di commettere un secondo errore esiziale dopo quello commesso quando venne giudicata transitoria la fiammata dei prezzi innescata prima dal Covid e poi dalla guerra in Ucraina. Non solo. Se la Fed manterrà lo status quo, l'Europa importerà inflazione a causa dell'apprezzamento del dollaro, complicando il percorso della nostra banca centrale.

Non potendo però perdere ulteriore credibilità dopo essersi tanto esposta, non potendo deludere i mercati pena l'avvitamento degli indici (già ieri in netto calo, con Milano a -1,14%) e un surriscaldamento degli spread, la banca centrale guidata da Christine Lagarde (nella foto) ora farà ciò che va fatto. Lasciandosi però le mani libere per i mesi a venire. Nessun impegno a priori, nessun piano di volo prestabilito: è quanto ribadirà domani in conferenza stampa l'ex capo del Fmi. Le stime di alcuni analisti danno ancora come possibili due riduzioni dei tassi entro l'anno dopo quello di giugno, mentre Ubs WM e Schroders ipotizzano tre tagli di 25 punti base entro dicembre. Se così fosse, non sarebbe trascurabile il sollievo per le casse dello Stato (oneri per interessi più leggeri), per le imprese (prestiti meno onerosi) e per le famiglie con mutuo a carico. Con il mini-taglio di domani bisognerà invece accontentarsi: Facile.

it ha calcolato che la rata per un mutuo variabile medio, arrivata a maggio 2024 a 747 euro, potrebbe scendere, complessivamente, di circa 37 euro entro la fine dell'anno e di 55 euro entro giugno 2025, arrivando così a 692 euro tra 12 mesi.

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